PNSD nel Lazio, la doppia lettura per riflettere su un interessante report

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PNSD nel Lazio, finalmente abbiamo dei dati! Grazie all’Usr  è possibile ragionare su elementi oggettivi e riflettere sull’implicito. In alcuni casi quest’ultimo risulta più interessante.

PSND nel Lazio, un interessante report

Grazie all’Usr del Lazio, abbiamo un report (2017-18) che fotografa lo “stato di salute” del PNSD nella regione. Quindi non considerazioni  separate dai dati oggettivi, bensì quest’ultimi che generano riflessioni.
Si legge nel report:
L’Ufficio scolastico ha voluto avviare un monitoraggio rivolto agli animatori digitali, ai docenti individuati a far parte del team digitale, ai dieci docenti dei diversi contesti scolastici, con l’obiettivo di effettuare le prime valutazioni sul livello di avanzamento delle azioni del PNSD nella regione Lazio e così pianificare opportuni interventi di accompagnamento e supporto.
In particolare, si è rilevato:
1) quali azioni vengono condotte dalle scuole per facilitare l’attivazione di una didattica digitale;
2) attraverso quali pratiche le scuole realizzano la didattica digitale;
3) quale livello di sviluppo e diffusione delle azioni del PNSD è stato raggiunto all’interno delle scuole;
4) attraverso quali processi si sta diffondendo l’innovazione e il cambiamento sistemico all’interno della scuola”

PNSD nel Lazio, la platea potenziale e gli effettivi nelle risposte

Presentiamo i risultati, ponendo attenzione anche all’implicito.
Si legge” Sulle 735 scuole del Lazio hanno risposto ai questionari
1) 748 docenti tra i partecipanti alla formazione PNSD (la popolazione di riferimento è di dieci docenti per ciascuna scuola);
2)  691 docenti del team digitale (qui si tratta di 3-4 docenti per ciascuna scuola);
3) 504 animatori digitali (rispetto a 735 animatori digitali, uno per scuola).
Diverse scuole hanno avuto difficoltà a indicare il nominativo del proprio animatore digitale e dei tre docenti del team digitale, anche a causa di trasferimenti o di dimissioni dall’incarico.”
I dati nascondono un disagio, meglio una resistenza verso il Piano. Infatti se si considera il totale degli istituti della regione (735) gli effettivi risultano inferiori, rimandando ad una buona percentuale quando ci si riferisce agli animatori (70%), ma critica quando il riferimento sono i soggetti da formare o il Team digitale (31% – 10%).

L’animatore digitale e le criticità del suo ruolo

L’istituzione della figura dell’animatore digitale (di seguito AD) in ogni Istituto sembra tra le azioni del PNSD quella più diffusa, e la stessa elevata percentuale di risposte da parte degli AD costituisce un’ulteriore conferma…Le attività svolte dai docenti come AD ricadono quasi sempre in orario extra, e solo il 13% degli AD usufruisce di qualche forma di esonero parziale per svolgere le attività connesse al proprio ruolo.
In questo passaggio si conferma implicitamente la bassa percentuale di adesione  al team digitale e al gruppo di formazione (“azione più diffusa“)  e la difficoltà operativa dell’animatore digitale che precede o segue  a “latere” l’insegnamento svolto con orario completo. Inoltre, elemento che non compare nel monitoraggio è la presenza o meno di un compenso, non risolvendo quindi il sospetto di una funzione svolta gratuitamente. Tra le tante!

Cyberbullismo, un problema poco percepito? Oppure…

Sul versante della sensibilità verso il cyberbullismo, il report registra “sinceramente” un certo disinteresse degli AD. “Ad esempio, è abbastanza significativo il dato per cui solo un terzo dei docenti che hanno risposto, nonostante siano figure di riferimento all’interno dell’Istituto di appartenenza, dichiari di aver partecipato ad attività formative su temi specifici e fondamentali come quelli relativi alla sicurezza in rete e al cyberbullismo.”
Nel report, purtroppo, sono assenti i motivi di questo “disinteresse”. Anche se poi il  passaggio seguente contraddice quanto riportato: ” Il 79% degli AD ha dichiarato di avere svolto attività di formazione sui temi del PNSD…Prevalgono le tematiche del cyberbullismo, con il 74% di scuole che ha già organizzato eventi formativi sul tema, e la sicurezza in rete con il 60% di corsi svolti nelle scuole”.
A questo occorre aggiungere che nulla si dice dei rapporti con Referente per il contrasto al cyberbullismo (L.71/17)

La formazione, citate le tante azioni, ma nulla si dice sugli sfondi

Concludo questa rapida analisi del monitoraggio, citando le diverse attività, riportate nel monitoraggio e  avviate dagli AD e dal Team digitale. Si registra la quasi totalità di adesione ai Pon. Inoltre, “Tra gli scenari innovativi per lo sviluppo di competenze digitali applicate prevalgono nettamente la lettura e scrittura in ambienti digitali misti (46% delle scuole degli AD che hanno risposto), il making, la robotica educativa e la tematica dell’Internet delle cose (circa il 32%), la comunicazione e l’interazione digitale (31%).  “. Si prosegue citando la bassa percentuale riguardante Il curricolo di tecnologia ( 40%) per l’imprenditorialità digitale (24%) e le iniziative sulle STEM.
Purtroppo nulla si dice sul piano formativo profondo. Senza questo sfondo, si rischia di trasformare ogni progetto in una serie di procedure e sequenze da acquisire. Questa scelta “comportamentista” non appartiene però al profilo costituzionale della nostra  scuola, caratterizzato dalla “formazione dell’uomo e del cittadino”.

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