Milano Food City, fino all’11 maggio, al centro della scena mondiale per quanto riguarda l’alimentazione di qualità. Anche la scuola italiana sarà coinvolta nell’evento: nutrizione del futuro, diritto al cibo accessibile, sostenibile e sano, food security e nuove tecniche di produzione alimentare, sono i temi su cui si confronteranno 60 studenti e studentesse provenienti da tutto il paese, durante l’incontro dedicato completamente al cibo e allo spreco alimentare. Food City è stata inaugurata dagli allievi della scuola di cucina italiana, in piazzale Cadorna, con un flash mob dedicato alla pasta fatta in casa.

Le scuole italiane sempre più coinvolte nei temi che riguardano il cibo

Milano, dunque, sempre più “foodfashion”: di questo passo, diventerà anche la capitale del cibo, come lo è già della moda? A giudicare dagli eventi a esso dedicati, in cui spesso vengono coinvolte anche le scuole, pare proprio di sì: spettacoli, incontri, mostre e degustazioni si moltiplicano in tutta la città, e gli chef più rinomati sono ambiti ovunque. Cuochi-conduttori di programmi scrivono su riviste e giornali, pubblicano libri, sono ospiti in eventi, vengono intervistati e osannati come delle vere e proprie star. Il cibo, insomma, oggi sta sullo stesso piano della moda e del design. Pare sia “di tendenza” sapere tutto sugli alimenti (e sui personaggi che si avvicendano in TV) ecco perchè aumentano sempre più i “food lover“.
Il cibo sarà ancora più “fashion” a Milano, grazie all’ex presidente americano Barak Obama. Gli appuntamenti più importanti sono in programma per oggi, alle 14 in punto. Il suo discorso toccherà i temi legati all’inquinamento atmosferico, alla scarsità di risorse alimentari e al cibo in generale. Non solo. Obama duetterà con Sam Kass, lo chef che ha ideato ‘Let’s Move’, la campagna voluta da Michelle Obama contro l’obesità in America e ha lavorato alla Casa Bianca fino al 2014. Inoltre sarà ospite d’onore al vertice internazionale sulla food innovation “Seeds&Chips – The Global Food Innovation Summit”, alla fiera di Rho. Qui saranno presenti, oltre a Renzi, anche i ministri Calenda, Fedeli e Maurizio Martina, che gli porterà in dono dei semi degli orti sociali di Lampedusa. Nonostante il costo (850 euro) i biglietti sono praticamente esauriti.

Food City: il cibo è sempre più ‘foodfashion’, ma si perdono le tradizioni

“C’era una volta il cibo“, è proprio il caso di dirlo: trasformato in “foodfashion”, oggi è sempre più protagonista dello spettacolo. Chef blasonati sfoggiano piatti tecnologicamente perfetti, complicati, ipersofisticati, frullati, sminuzzati e poi allestiti, in microscopica porzione, dentro un enorme piatto con scenografie d’effetto. Bello, certo. Ma che fine hanno fatto i cibi semplici di una volta? E le zuppiere tramandate dalle nonne, i piatti della giusta misura, la cucina familiare di tutti i giorni tramandata da solide tradizioni domestiche? Quella cucina, per intenderci, che non si preoccupa del peso, delle misure e degli attrezzi adatti, ma viene fatta a occhio tenendo conto dell’istintività dei gesti e dei dosaggi perchè ripetuti un’infinità di volte.
C’è da chiedersi, a questo punto: ma i nostri ragazzi, gli studenti di oggi abituati al fast food, ai piatti precotti, alle insalate in busta e ai reality dove il cibo viene esaltato, trasformato, sceneggiato e “modernizzato”, cosa ricorderanno del cibo un giorno? Quante pietanze sono collegate ad un ricordo? La torta che ci faceva trovare la nonna al rientro da scuola, ad esempio, di cui pregustavamo il sapore già fin dalla soglia di casa solo a sentirne il profumo, la pasta fresca impastata insieme alla mamma la domenica mattina, i ricchissimi pranzi delle feste di Natale, quelli freschi e appetitosi che ci preparava la zia in vacanza al mare, la frutta matura colta e mangiata sul posto in un assolato pomeriggio d’estate, e così via.

I ricordi collegati al cibo più semplice

Dunque, basta anche il piatto più semplice per evocare ricordi e suscitare grandi emozioni come l’attesa, la gioia, la ritualità, l’allegria e le coccole. Quante memorie infantili sono legate strettamente con l’odore di alcune pietanze, il sapore, il colore, gli oggetti, i luoghi, i tavoli, gli arnesi semplici, le persone che lo preparavano con amore? Oggi, trasformato in “foodfashion”, il cibo forse è diventato più interessante, di tendenza, divertente e spettacolare, però, ammettiamolo: non ha perso molto del suo profondo, consolante significato?