Una lettera appello inviata al Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, nel giorno della festa della mamma, affinché il governo possa cambiare direzione e permettere a docenti e genitori di poter assistere i loro figli disabili. La lettera, firmata da un’insegnante, Antonella Zammitto, di Aragona, in provincia di Agrigento, descrive molto bene le enormi difficoltà di chi deve affrontare il disagio di lavorare lontano e assistere i propri cari.

Scuola, festa della mamma, domenica 14 maggio: l’appello al premier Gentiloni

‘Signor presidente – esordisce la docente – ogni giorno siamo posti dinnanzi ad una scelta: assistere i nostri figli non autosufficienti o abbandonarli per andare a lavorare. Le chiediamo un gesto speciale per la festa della mamma: impegni il governo a cambiare la norma che non tutela i dipendenti pubblici come noi, docenti e genitori di disabili gravi, dal rischio di essere annualmente assegnati a centinaia di chilometri dai nostri figli.’

Il figlio Andrea di 19 anni è costretto a vivere in carrozzina a causa di una malattia neurodegenerativa. E’ tracheostomizzato, non parla, comunica con i gesti e con il movimento degli occhi e della testa’. La giornata di Antonella comincia all’alba: pur lavorando attualmente non lontano da casa, il prossimo anno scolastico potrebbe riservare una brutta sorpresa, se non le verrà riconosciuto il diritto ad assistere suo figlio. ‘I primi anni riuscivo a farcela – continua le lettera – ma col tempo il quadro patologico di Andrea è aumentato, è necessario intervenire tempestivamente e con consapevolezza e sono responsabilità che non si possono affidare ad altri. L’asettico algoritmo del ministero che ci assegna alle varie sedi non riconosce la gravità della nostra situazione. Abbiamo bisogno di lavorare, ma come facciamo a fare le mamme se veniamo assegnate lontano da casa? Da tredici anni – continua Antonella – presento regolarmente domanda di trasferimento all’Usp di Agrigento indicando come prima sede Aragona. I posti disponibili sono pochi e sono occupati da chi risulta disabile al 67%, una percentuale in cui può rientrare anche chi ha patologie lievi come l’asma. Cosi si compie il disgiungimento familiare di Stato’.

Petizione ‘Non possiamo lasciarli soli’ rivolta al premier Gentiloni e ai ministri Marianna Madia e Valeria Fedeli

A questo proposito si segnala la petizione intitolata “Non possiamo lasciarli soli”, lanciata sulla piattaforma Progressi.org e firmata da oltre 11mila persone. La petizione è rivolta anche ai ministri della Pubblica amministrazione Marianna Madia e a quello dell’Istruzione Valeria Fedeli. Il coordinamento di un gruppo di mamme chiede che sia emendato l’articolo 7 del testo unico sul pubblico impiego per consentire di lavorare – a chi ha figli disabili gravi – nel comune di residenza come previsto per i coniugi dei militari e categorie simili. Ora l’appello al premier Gentiloni, nel giorno della festa della mamma.