Sono ormai ben note le novità relative al passaggio dei docenti dall’ambito territoriale alla singola scuola, procedura conosciuta con il termine coniato dalla Buona Scuola renziana, ‘chiamata diretta’.
A questo proposito, ricordiamo che le modifiche apportate per l’anno scolastico 2017/28 secondo il nuovo contratto integrativo sulla mobilità firmato l’11 aprile scorso, sono contenute nella nota ministeriale N. 16977, dove si parla di ‘deliberazione del Collegio dei docenti, su proposta del Dirigente scolastico, sul numero e la specifica dei requisiti da considerare utili ai fini dell’esame comparativo delle candidature dei docenti titolari su ambito territoriale’.
Scuola, chiamata diretta e delibera collegio docenti
Come sottolinea il sindacato Anief, il parere dovrà necessariamente essere espresso, tramite formale delibera, per la scuola primaria entro la giornata di oggi, venerdì 19 maggio; per l’infanzia non oltre il 31 maggio; i docenti delle scuole medie di primo grado dovranno invece esprimersi entro il 14 giugno; gli ultimi a dire la loro, saranno i collegi dei docenti delle superiori, la cui scadenza è stata fissata al prossimo 30 giugno. Subito dopo, sarà cura del dirigente scolastico stabilire i criteri, individuati ‘in numero non superiore a sei’.
Anief, chiamata diretta resta ‘illogica e incostituzionale’
Il presidente di Anief-Cisal, Marcello Pacifico ha sottolineato come ‘la proposta presentata dal preside dovrà comunque mantenere il pieno rispetto di quanto indicato dagli stessi insegnanti dell’istituto attraverso il Piano triennale dell’offerta formativa. Comunque, anche il nuovo meccanismo potrebbe essere vanificato dal ricorso Anief contro la formula della chiamata diretta: le nostre doglianze, basate su rilievi di legittimità costituzionale, sono state discusse in udienza pubblica presso il Tar Lazio. Per noi, l’anzianità di servizio dovrebbe avere un peso notevole nella scelta del nuovo insegnante da assumere dagli ambiti territoriali: l’unico vero criterio per selezionare il personale statale rimane infatti sempre quello del merito oggettivo, che non può prescindere dal punteggio assegnato a ogni lavoratore attraverso l’esame dei suoi titoli acquisiti e servizi svolti. Per questi motivi, per noi la chiamata diretta rimane illogica e incostituzionale.’