Non ci sono state deleghe per la (formazione) primaria nella legge 107, questo è uno dei commenti che sono stati fatti al convegno nazionale tenuto all’Università degli studi di Salerno (vedi link).
 
 
 
 
 
 
Tra gli ospiti illustri la sottosegretaria D’Onghia, che ha terminato i lavori affermando tra l’altro che “i decreti applicativi della legge 107/2015 per la formazione degli insegnanti migliorano la qualità del sistema di istruzione del nostro Paese adeguandosi a standard ed obiettivi internazionali”. Parole forti che mettono un’ipoteca sul lavoro fatto con la legge 107 e successive deleghe.

Ma perché mancano alcune categorie all’appello?

La D’Onghia ha spiegato che per la primaria non sono state previste deleghe all’atto della legge, quindi non si è potuto in nessun modo pensare ad un modello di assunzione o ad un transitorio per la scuola primaria. Si deve pensare ad una legge o ad un decreto che vada interamente scritto (magari sulla falsariga degli abilitati della secondaria).

Come è possibile sbloccare la situazione di tanti precari non ancora considerati?

Il percorso in scienze della formazione primaria (nuovo ordinamento) ormai presente da ben 7 anni (dm 249-2010) ha “sfornato” già un buon numero di abilitati (circa 25000) che si trovano con la magra consolazione di essere presenti solo nella seconda fascia delle graduatorie di istituto, senza accesso al ruolo e senza specializzazione sul sostegno. Una delegazione del Coordinamento Nazionale di Scienze della Formazione (pagina facebook ufficiale) alla fine del convegno ha avvicinato la D’Onghia, chiedendo di poter consegnare un documento e di poter fissare un incontro al MIUR e di discutere la questione, cercando di trovare delle soluzioni condivise.
La D’Onghia ha risposto (avendo poco tempo) che questo sarebbe stato possibile e che i laureati/abilitati in sfp non sarebbero stati lasciati soli, chiarendo che in qualche modo (senza dare nessun dettaglio) si sarebbe risolta con le giuste soluzioni anche la questione di sfp-lm85bis. Speriamo che queste parole si trasformino concretamente in fatti.