Il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi, ha firmato un editoriale pubblicato sul numero odierno di ‘Italia Oggi’ (martedì 13 giugno), all’interno del quale si sottolineano alcuni aspetti legati al rinnovo di contratto. Turi afferma come occorra fare riferimento all’accordo del 30 novembre scorso per consentire la riapertura e la chiusura del contratto dei lavoratori pubblici, contratti ‘sacrificati in questi anni non solo sul piano retributivo, ma anche su quello normativo: gli stipendi sono congelati a livello delle retribuzioni del 2010, insieme ai diritti contrattuali; le responsabilità e i doveri aumentati con le leggi che si sono succedute negli anni, a partire dalla legge Brunetta e poi, per i lavoratori della scuola, dalla legge 107 che ha introdotto elementi di vera e propria controriforma.’
Pino Turi, Uil: ‘Usiamo il contratto per riparare al fallimento della Buona Scuola’
Turi parla di ‘fallimento totale a cui non è facile porre rimedio. Ora si apre uno scenario nuovo, quello della verifica dell‘accordo del 30 novembre: i riflettori saranno puntati sulle ministre Madia e Fedeli chiamate a predisporre l’atto di indirizzo all’Aran che deve garantire innanzitutto il valore dell’istruzione e della scuola, per ragioni economiche e sociali evidenti, peraltro già sancite in Costituzione. Si deve dire ciò che si vuole fare e non ciò che non si deve fare.’
Il segretario generale della Uil Scuola sottolinea come ‘il Testo unico metta a disposizione gli strumenti: la contrattazione può modificare le norme di legge, passate, presenti e future. Del resto è ciò che è stato già fatto nel contratto sulla mobilità che ha anticipato tali possibilità. Ora, a maggior ragione, vanno (ri)contrattualizzate tutte le materie che riguardano il rapporto di lavoro. Quelle che attengono diritti e doveri di natura lavorativa: valutazione, ferie, permessi, obblighi di servizio, formazione, stipendi ed ogni altra materia che determina diritti ed obblighi di natura lavorativa. L’atto di indirizzo indichi gli obiettivi, non le soluzioni, quelle le devono trovare le parti al tavolo contrattuale, utilizzando tutte le risorse che il governo metterà a disposizione, oltre a quelle storiche da delegificare e contrattare. Il rinnovo del contratto può ridare fiducia e ruolo ai lavoratori della scuola che sono chiamati a svolgere questo delicato ruolo.’