Su questa testata giornalistica abbiamo spesso denunciato casi di bullismo a scuola, come ad esempio nell’articolo “Bulli a scuola: ennesimo caso“. Il fenomeno non è nuovo e sono stati scritti tanti articoli di giornali e libri, condotte ricerche e provato con progetti, non solo europei, per contrastare il fenomeno. Purtroppo è una piaga che ha sempre colpito la scuola e sicuramente continuerà.
Il bullismo è sinonimo di immaturità
Per alcuni docenti, chi fa il gradasso, deride e picchia i compagni e gli insegnanti è un immaturo. Per questo motivo, i docenti di una scuola italiana hanno deciso di non far ammettere tre ragazzi agli esami di maturità. I bulli sono stati così puniti per aver devastato la scuola e aggredito i compagni e gli insegnanti. Il fatto non finisce qui. Oltre a dover fare di nuovo il quinto anno, i ragazzi dovranno vedersela anche con la legge. Essi, infatti, verranno processati di fronte alla magistratura per i danni provocati all’istituto e per le ferite procurate ad altri studenti e professori.
La decisione del consiglio non ha punito solo i colpevoli materiali ma anche le loro famiglie. Infatti, nella decisione del consiglio d’istituto un altro importante aspetto da sottolineare è il rapporto scuola-famiglia. Chi deve educare al rispetto di comportamenti civili sono i genitori, poi la scuola. Ma le famiglie ormai delegano l’educazione a qualunque realtà possibile e immaginabile che accolga i loro figli: dall’oratorio alla palestra, dal campo di calcio alle aule scolastiche.
E’ educativo anche un “no”
Sicuramente questo provvedimento farà riflettere sia i ragazzi sia le famiglie. Le domande da porsi sono molte. Perché gli insegnanti dovrebbe prendersi carico di ciò che è compito delle famiglie? Quante volte è capitato che fossero proprio i genitori a contestare l’operato degli insegnanti? Sicuramente ciò che è stato fatto in questo istituto è un segno di educazione e cultura. Un “no” che si spera faccia bene ai tre bulli e che sia da esempio per altre istituzioni scolastiche.