L’atto di indirizzo specifico per il comparto istruzione sarà trasmesso nei prossimi giorni all’Aran, probabilmente in contemporanea all’avvio della trattativa per il rinnovo del contratto. Ne ha dato notizia il quotidiano ‘Italia Oggi’ di martedì 18 luglio, sottolineando come si tratterà di un atto ‘snello, che affronterà i nodi più importanti aprendo al confronto Governo-sindacati, senza porre limiti ma nemmeno senza suggerire soluzioni’.

Contratto scuola, ultime notizie: pronto atto di indirizzo da inviare all’Aran, bonus merito in primo piano

Ai sindacati è piaciuta l’approccio del Governo, anche perchè dopo otto anni di blocco contrattuale l’obiettivo è quello di andare oltre i paletti imposti prima dalla Legge Brunetta e poi dalla riforma Buona Scuola. 
Una delle questioni che certamente verranno messe in primo piano è quella riguardante il merito. L’atto di indirizzo, pur sottolineando come il bonus merito dovrà conservare le sue caratteristiche selettive, chiarisce che l’obiettivo sarà quello di valorizzare l’attività docente, non solamente in riferimento al potenziamento dell’attività formativa ma anche con il semplice e fondamentale lavoro d’aula. Dunque, si terrà conto del rapporto con le famiglie e con il territorio, dell’impegno nella progettazione didattica e della valutazione degli alunni. Nell’atto di indirizzo, però, non viene specificato come potrà essere valutato il lavoro del docente ed è chiaro, quindi, che l’argomento sarà oggetto di discussione.

Novità contratti integrativi di settore: rinnovo ogni tre anni

Il ministero dell’Istruzione, inoltre, proporrà anche che il rinnovo dei contratti integrativi di settore possa passare a cadenza triennale, a partire da quello della mobilità dei docenti e del personale Ata, comprese le assegnazioni e utilizzazioni. I movimenti resterebbero, comunque, annuali, con la differenza che le regole verrebbero fissate ogni tre anni.
In ogni caso, il punto focale del rinnovo di contratto resta sempre quello relativo all’aumento di stipendio, a partire dal rebus relativo ai fondi che verranno stanziati dal Governo: gli aumenti medi di 85 euro mensili non andranno certamente a risollevare le retribuzioni dei docenti italiani ampiamente al di sotto della media europea. Ragion per cui, per ottenere un riequilibrio servirebbero finanziamenti aggiuntivi. Per il momento, non è arrivata ancora alcuna risposta dal Ministero del Tesoro.