Scuola, Pittoni: docenti non sono pacchi postali

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Pittoni interviene ancora sulla situazione scolastica. La questione, sicuramente complessa, ha avuto inizio con le fasi A, B e C, nello specifico soprattutto con l’ultima che garantiva un posto per il ruolo sul territorio nazionale, con la possibilità, per un docente, di essere “spedito” ovunque nella Penisola. Così è stato, con l’aggravante che l’algoritmo ha funzionato male e anche docenti con punteggi alti sono stati inviati a 7-800 KM da casa, lontani dai propri affetti e dalle proprie radici.

Pittoni interviene sulla questione dei docenti che (non) ottengono il trasferimento

Il superamento dei trasferimenti più o meno forzosi di insegnanti da una parte all’altra della Penisola con stipendi con non consentono più di gestire trasferte di centinaia di chilometri da dove si hanno affetti e interessi, era fra i temi del tavolo programmatico “Facciamo squadra! Costruiamo il futuro”, organizzato dalla Lega Nord a Piacenza. Incentrato principalmente sul progetto di concorsi pubblici su base regionale l’intervento di Mario Pittoni, responsabile federale Istruzione del Carroccio. «I docenti – spiega Pittoni – non sono pacchi postali. Il nostro meccanismo prevede l’elezione del “domicilio professionale” nella regione preferita. Un’autentica scelta di vita e primo fattore di equilibrio. Una volta chiarito che il confronto in ambito regionale sarà a pari condizioni, il candidato orienterà ovviamente la valutazione di dove concorrere, anche sulla base del proprio grado di preparazione in rapporto alla qualità media degli altri iscritti e dei posti disponibili, innescando un meccanismo virtuoso ispirato – conclude Pittoni – ai principi del federalismo».

Nodi da sciogliere

L’idea di riportare tutti nei loro paesi di origine è interessante, ma va a cozzare con le reali opportunità di lavoro presenti al centro-sud. Le scuole del centro sud negli anni passati hanno accolto tantissimi docenti che gradualmente hanno chiesto il trasferimento e con sacrifici lo hanno ottenuto, poi la mobilità straordinaria degli ultimi due anni ha fatto il resto. Adesso la situazione è abbastanza satura, i pensionamenti vanno a rilento quindi è difficile comprendere come tutti i docenti possano avere il loro posto vicino casa.

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