Sono passati oltre due anni da quel 13 luglio 2015 che segnò l’approvazione della legge 107/2015, meglio conosciuta ai non addetti ai lavori come la riforma Buona Scuola di Matteo Renzi e dell’allora ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini.
Scuola, Matteo Renzi ‘Non abbiamo convinto i docenti ed è uno dei nostri crucci’
Da allora, di acqua sotto i ponti ne è passata: Renzi non è più Presidente del Consiglio e la stessa Giannini ha lasciato il posto a Valeria Fedeli, pagando in prima persona gli errori che lo stesso Renzi ha riconosciuto di aver commesso nei confronti degli insegnanti e, in generale, del personale scolastico. Si è parlato di mancanza di comunicazione, ma il mondo della scuola sa bene come, invece, si è trattato di prolungata ostinazione e testardaggine nel non voler ascoltare le incessanti proteste e i clamorosi scioperi che hanno preceduto l’approvazione della riforma probabilmente più odiata nella storia.
Ci stiamo avvicinando all’inizio del terzo anno scolastico post Buona Scuola e la situazione della scuola pubblica non solo non è migliorata ma è addirittura peggiorata: un terzo anno scolastico post Buona Scuola che si aprirà ancora senza il rinnovo del contratto, tanto per citare una delle questioni più urgenti che il Governo (quello Gentiloni, comunque ‘parente’ del suo predecessore) continua a procrastinare.
Matteo Renzi, oggi, venerdì 4 agosto, è tornato a parlare di scuola nel corso di una lunga intervista rilasciata alla trasmissione radiofonica ‘Radio anch’io’ in onda su Radio1, Rai.
‘Sulla scuola è vero, non abbiamo convinto gli insegnanti ed è uno dei nostri crucci – ha dichiarato l’ex Presidente del Consiglio – ma quando a settembre si vedranno i 4,8 miliardi investiti sull’edilizia scolastica, e si vedranno i primi risultati, forse la ‘buona scuola’ sarà anche un po’ apprezzata’.
Ancora una volta parole di circostanza che non hanno bisogno di alcun commento.
Ancora una volta parole di circostanza che non hanno bisogno di alcun commento.