Lo sciopero dei prof delle Università italiane. Proprio stamane, lunedì 28 agosto 2017, è iniziato uno sciopero ampiamente anticipato da parte dei professori universitari di quasi tutte le Università italiane. Secondo alcune indiscrezioni comparse sui principali organi di stampa, i docenti universitari che hanno deciso di scioperare sarebbero più di 5mila; per l’esattezza, hanno iniziato a incrociare le braccia ben 5.444 professori e ricercatori di 79 sedi universitarie italiane. Le richieste? Lo sblocco dei loro scatti stipendiali a partire dall’1 gennaio 2015.
I docenti delle università italiane pretendono lo sblocco degli scatti stipendiali
Tra i motivi della protesta la denuncia del blocco dei loro scatti stipendiali, a partire del periodo 2011-2015. Il fatto eclatante è che i Prof universitari non scioperavano da più di 40 anni e inoltre l’agitazione, a quanto pare, si protrarrà per lungo tempo: fino al 31 ottobre di quest’anno.
Questa situazione di certo non farà piacere alle famiglie degli studenti, dato che salteranno quasi sicuramente le sessioni autunnali degli appelli, previsti proprio in questo periodo di agitazione. All’interno del documento che preannunciava e proclamava in largo anticipo lo sciopero in atto, firmato dai suddetti professori, si legge: “Tutti gli esami corrispondenti verranno spostati all’appello successivo, che si terrà regolarmente”.
I promotori dello sciopero, nei mesi passati, non scherzavano affatto. In tal senso Carlo Ferraro, coordinatore del Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria, durante un’intervista rilasciata all’Agenzia stampa Adnkronos nel luglio scorso, aveva modo di dichiarare quello che oggi è divenuto realtà: «Non è stata una decisione presa a cuor leggero, ma dopo tre anni di continue sollecitazioni ai diversi governi, non avendo avuto risposte alle nostre richieste, siamo stati costretti a proclamare lo sciopero».
Andando più nel dettaglio, alla base dello sciopero da parte dei professori, ci sarebbe la richiesta impellente di questi ultimi dello sblocco degli scatti a partire dall’1 gennaio 2015, anziché dall’1 gennaio 2016, con il successivo riconoscimento degli effetti giuridici derivanti da questa anticipazione temporale.
Che fine hanno fatto i sindacati in questa vicenda? Non esistono!
Probabilmente questa iniziativa è andata in porto proprio per l’assenza dei sindacati. Il “Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria”, il comitato promotore dello sciopero iniziato oggi, infatti non ha alle spalle nessuna organizzazione o sigla sindacale.
In tutta questa vicenda, gli unici ad essere svantaggiati saranno quasi sicuramente solo gli studenti. Ma per evitare delle ripercussioni a discapito loro, gli stessi prof hanno cercato di prevedere alcune sessioni straordinari d’esame, nello stesso periodo dello sciopero.
Per evitare di danneggiare proprio gli studenti, l’Autorità di garanzia per gli scioperi ha deliberato la “legittimità” dell’iniziativa promossa ed attuata dai prof universitari, limitando nel contempo, a tutela dei diritti degli studenti, la loro clamorosa azione di protesta.
Le modalità di svolgimento dello sciopero imposte dall’Autorità di garanzia per gli scioperi
Nella fattispecie, nella delibera diramata dall’Autorità di garanzia per gli scioperi si leggono alcune modalità di attuazione del suddetto sciopero: “E’ consentita, nel periodo 28 agosto – 31 ottobre, la sospensione del primo appello laddove siano previsti più appelli nello stesso periodo; deve essere garantita l’organizzazione di un appello straordinario non prima del quattordicesimo giorno successivo a quello dello sciopero solo laddove la sessione d’esame consista in un unico appello; devono essere adottate tutte le misure necessarie al fine di evitare che l’appello straordinario pregiudichi la partecipazione degli studenti laureandi alla sessione di laurea autunnale, ivi compreso l’eventuale differimento della data di inizio di quest’ultima; deve essere garantita la massima diffusione della comunicazione di tale astensione e delle relative modalità attuative, con particolare riferimento all’erogazione delle prestazioni indispensabili, facendo ricorso anche all’ausilio di strumenti informatici (siti web, posta elettronica e intranet, ecc.)“.
Fonte: Adnkronos