La convinzione di Renzi non porta da nessuna parte

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La convinzione di Renzi comporta il rischio di una frattura insanabile tra il Partito Democratico e il mondo della scuola. I segnali premonitori ci sono già stati; elezioni regionali e comunali, referendum costituzionale. Temo che il segretario non tornerà indietro sulla sua convinzione.

La dichiarazione di Renzi…

L’altro giorno Matteo Renzi ha dichiarato:”Abbiamo sbagliato la comunicazione sulla scuola. Noi ci abbiamo messo sette miliardi e mezzo, ma il 97% degli insegnanti ha aderito allo sciopero. Quando succede una cosa simile qualche domanda uno se la deve fare”. Quindi la convinzione di Renzi si fonda sul metodo e non sul merito.

…l’ultima di una lunga serie imbarazzante

Dichiarazione estemporanea? Non credo.
La stessa convinzione è contenuta nel suo libro ” Avanti” di cui ho discusso qualche settimana fa  (si legga ” La Buona scuola di Renzi. “Avanti” con acune considerazioni”) .
Ancora. Sul portale del settimanale Famiglia Cristiana è possibile leggere.”Stiamo provando a farlo ma purtroppo le polemiche, le tensioni, gli scontri verbali sembrano più forti del merito delle cose che proponiamo di cambiare. Utilizzo questa email allora per arrivare a ciascuno di voi e rendere ragione della nostra speranza: vogliamo restituire centralità all’educazione e prestigio sociale all’educatore. Vogliamo che il posto dove studiano i nostri figli sia quello trattato con più cura da chi governa. Vogliamo smetterla con i tagli per investire più risorse sulla scuola. In una parola, vogliamo cambiare rispetto a quanto avvenuto fino ad oggi. Dopo anni di tagli si mettono più soldi sulla scuola pubblica italiana”

La convinzione di Renzi è una gabbia preoccupante

Potrei continuare, ma mi fermo qui per non annoiare.
La convinzione di Renzi  è una sorta di gabbia, dalla quale egli non riesce ad uscire. E questo nonostante gli insuccessi elettorali. Penso alle Amministrative ( 2015 e 2016), al Referendum Costituzionale (dicembre 2016). Matteo Renzi non riesce a liberarsi della sua convinzione, neanche di fronte alla percentuale altissima di dissenso da lui stesso dichiarata ( “il 97% degli insegnanti ha aderito allo sciopero”). Questa percentuale rivela implicitamente  che dietro la partecipazione alla discussione sulla “Buona Scuola” (settembre 2014), esisteva tanto disssenso, o quanto significativi distinguo. Eppure si è voluti andare avanti!
A questo aggiungo che l’atteggiamento di Renzi, è offensivo! Sembra di trovarsi di fronte ad un professore che deve spiegare meglio una lezione a degli studenti con difficoltà di apprendimento. Con chi crede di doversi relazionare?

Una strategia perdente soprattutto per il futuro del Paese

La convinzione di Renzi non porterà a nulla, se non ad esasperare il mondo della scuola, aumentando il senso di solitudine di quest’ultimo. Condizione aggravata anche da un deficit di rappresentanza, dovuto al  tradimento del sindacato che ha firmato una pre-intesa contrattuale con un aumento indecente e  irriguardoso.
Queste condizioni stanno consegnando (sempre che non l’abbiano già fatto definitivamente)  la scuola allo sconforto, alla demotivazione, al “vivacchiare” di cui sicuramente il Paese non ha bisogno. Per il suo futuro!

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