Catania, Ambiti territoriali impazziti: “completamento d’orario ad oltre 60 km di distanza”

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Denunciare non basta, bisognerebbe protestare animatamente e magari fare ricorso. Spesso, però, la protesta lascia il posto alla rassegnazione. Si, proprio così: la rassegnazione! Lo dice il sottoscritto, insegnante da quasi 20 anni, il quale si è trovato costretto, all’inizio di questa estate, a completare il proprio orario didattico presso una scuola dislocata a più di 60 Km da quella di titolarità, ma facente parte dello stesso Ambito territoriale.

Le distanze degli Ambiti Territoriali secondo l’ATP di Catania: “Ma quali criteri se non il compasso sulla cartina geografica”.

L’ATP di Catania, in buona sostanza, ha deciso così. E pensare che a pochi chilometri di distanza dalla mia scuola di titolarità (fino a maggio) erano disponibili parecchi spezzoni d’orario, ma ricadenti appunto in un Ambito territoriale diverso da quello a cui sono stato assegnato.
Questa faccenda, certamente, lascia molto amaro in bocca sia al sottoscritto che sarà costretto ad uno spostamento chilometrico fuori dall’ordinario (i tempi di percorrenza sono biblici) che alla stessa Istituzione Scolastica di completamento.
Ma vediamo, nel dettaglio, come stanno i fatti.
Il sottoscritto insegna presso una Scuola ricadente nell’Ambito territoriale n. 6, proprio a confine con l’Ambito Territoriale n. 7. Da oltre 5 anni presto il mio servizio di ruolo come docente di Arte e Immagine. Nella scuola di titolarità ho 7 classi per un totale di 14 ore. All’inizio di questa estate vengo informato dalla segreteria che per l’a.s. 2017/2018 avrei completato il mio orario (altre 4 ore) presso una scuola dello stesso Ambito Territoriale, ma dislocata a più di 60 km. Subito, ho pensato che si trattasse di uno scherzo di cattivo gusto messo in atto da parte di qualche collega sornione. L’informazione, purtroppo, era autentica e terribilmente vera.

La domanda di ottimizzazione? Solo carta straccia!

Immediatamente, mi informo direttamente all’ATP di Catania, a proposito dei tempi necessari per presentare la domanda di ri-articolazione oraria, la famosa “ottimizzazione”. Il personale dell’ex Provveditorato di Catania mi risponde che le suddette domande sarebbero dovute essere presentate dal 10 al 20 luglio 2017. Il 18 luglio, puntualmente, il sottoscritto inoltra istanza presso l’Ente sopradetto, specificando anche le sedi vicine alla scuola di titolarità ma facenti parte di un ambito diverso. I primi di settembre, con molta delusione, vengo informato che oramai i giochi erano fatti e non essendo più disponibile nessuna ora in tutta la Provincia di Catania avrei dovuto rassegnarmi a quel trasferimento. Ho accettato la realtà dei fatti e dallo scorso 14 settembre svolgo il mio servizio in quella scuola distante circa 1 ora e mezzo dal luogo in cui risiedo.
A questa situazione, poi, aggiungo anche un’altra anomalia: le ore disponibili nella scuola di completamento erano inizialmente 6. Mi viene chiesto la disponibilità a svolgere tutte le 6 ore. Chiaramente mi rifiuto, scegliendo di farne solamente 4. Quello che mi si chiedeva sarebbe stato davvero impossibile. Per fare questo, infatti, avrei dovuto recarmi in quella scuola almeno due giorni a settimana, mettendo a rischio la mia incolumità oltre che il mio benessere psicologico.

Esami di Stato in due Istituzioni Scolastiche distanti tra loro più di 60 km: una vergogna da denunciare

Voglio precisare dell’altro: dato che non accetto tutte le 6 ore, le altre 2 rimanenti verranno svolte dalla collega già presente in quella scuola (con un monte ore complessivo pari a 20). Ovviamente la stessa si è rifiutata tassativamente di avere una terza classe. A questo punto, cosa gli viene assegnato al sottoscritto? Anche una terza classe! Mi troverò costretto, quindi, a dover essere presente anche per gli esami di Stato, con la conseguenza che avrò quest’anno un totale di quattro Classi terze, tre nella scuola di titolarità ed una in quella di completamento.
Ovviamente, sono molto rammaricato e deluso da tutto quello che è accaduto. Quello che si prospetta per tutto lo svolgimento di questo anno scolastico non oso immaginarlo: doppi Consigli di classe, doppi incontri con i genitori, doppi riunioni di dipartimento e doppi scrutini. Non trovo nessuna giustificazione plausibile circa questa strana ed anomala decisione intrapresa dall’ATP di Catania. Ma la sostanza è questa.

Gli sbagli della politica si ripercuotono su tutto l’andamento lavorativo delle Amministrazioni scolastiche di un vasto territorio come quello etneo

Se da un lato si sono avvantaggiati i docenti deportati al nord gli scorsi anni, attraverso l’ampio ventaglio di deroghe messe in campo, dall’altro questa situazione ha notevolmente svantaggiato coloro i quali insegnano da quasi 20 anni nei ruoli dello Stato. Come al solito gli evidenti e grossolani errori della politica (fatta solo di promesse e di aria fritta) ha finito per nuocere coloro che hanno insegnato per tanti anni con eccellenza e con spirito di sacrificio. Questa situazione finirà per influire, quasi sicuramente, sul benessere psicologico di molti di loro. Ma non solo, vogliamo parlare per esempio dei vice presidi che hanno l’arduo compito di fare coincidere gli svariati impegni contemporanei dei docenti nelle diverse istituzioni di completamento? Dei veri e propri giocolieri dei numeri, a cui va, certamente, la mia piena solidarietà.
Secondo l’opinione di chi scrive, sarebbe stato più giusto prendere in esame sin da subito la situazione che si stava per delineare, dal punto di vista dell’organico di diritto, già dal mese di maggio. Bisognava immediatamente esaminare le istanze dei docenti di ruolo che si trovavano, loro malgrado, nelle mie stesse condizioni. Credo che sarebbe stato più giusto collocare questi ultimi negli ambiti territoriali prossimi alle rispettive sedi di titolarità, anche se non appartenevano allo stesso Ambito. Nonostante ci sia una specifica norma che impone il limite di distanza pari a 30 km, la realtà diventa ancora una volta paradossale e difficile da accettare.

Rivedere i confini degli Ambiti Territoriali: una priorità da non sottovalutare nei prossimi anni

Chi ha disegnato i confini degli Ambiti Territoriali non avrà quasi sicuramente tenuto conto delle distanze chilometriche, preferendo invece la logica della lunghezza misurata sulla cartina geografica. Quella, purtroppo, non tiene conto di tanti fattori: la conformazione geografica, il traffico veicolare, l’altitudine, il profilo territoriale e i valori di densità abitativa di un vasto territorio come quello della provincia di Catania.
Nello stesso tempo trovo ingiusto e oltraggioso che un insegnante con quasi 20 anni di esperienza alle spalle e in ruolo da oltre 5 anni possa subire un trattamento simile a quello appena illustrato.

Ambiti territoriali impazziti: “una situazione grottesca che ha il sapore di una deportazione su piccola scala”

Bisogna farsene una ragione? Io credo di no. Bisogna invece mettere le cose a posto e non certo con i ricorsi. Bisogna invece denunciare simili anomalie affinché chi di dovere accerti i motivi reali e concreti di questa palese ed evidente superficialità con cui si colloca il personale di ruolo all’interno di un vasto territorio come quello oggetto di questa denuncia.
Tuttavia cercherò di lavorare con spirito di abnegazione così come ho fatto in tutti questi anni.
Infine, mi rivolgo direttamente alla ministra Valeria Fedeli, chiedendole di indagare su questi casi limite al fine di porre rimedio su quello che si sta verificando dal punto di vista degli organici scolastici, spesso sballottati qua e là, alla stessa stregua di capi di bestiame pronti ad affrontare i lunghi viaggi per la transumanza. Le chiedo di verificare se sussistano le condizioni e gli estremi normativi rispetto alla logica messa in atto dall’ATP di Catania sul fenomeno sinora raccontato per evitare che in futuro si ripetano simili situazioni.
Grazie anticipatamente. Prof. Luciano Mondello

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