E’ terminata la Supplentite – Le ultime dichiarazioni della ministra Valeria Fedeli tentano, in un certo senso, di gettare acqua sul fuoco a proposito dell’annosa questione che riguarda l’enorme numero di insegnanti precari tra il personale docente in servizio nelle scuole pubbliche italiane. Attualmente i numeri parlano chiaro: sarebbero circa 90mila unità ad occupare una cattedra a tempo determinato.

L’ottimismo della ministra Fedeli a proposito della supplentite, oramai debellata e in corso di residualità

Nonostante la questione numerica sia attualmente oggetto di ampio dibattito, soprattutto tra gli addetti ai lavori, durante l’audizione dinanzi alle competenti commissioni di Senato e Camera, la ministra cerca di far passare tutto in sordina. Insomma, per l’ex sindacalista il problema sarebbe risolto per la buona pace di tutti, lodando l’ottima riuscita della Buona Scuola da questo punto di vista.
Valeria Fedeli riesce persino a ridimensionare questo numero, portandolo a 22mila. Per tale ragione, quindi, può considerarsi chiusa la patologia più chiacchierata del mondo della scuola pubblica. La stessa Fedeli chiarisce: «La nomina dei supplenti è avvenuta entro il 12 settembre. Le immissioni in ruolo sono state 29.686, 22.087 i posti privi di titolari di ruolo, utilizzati per le assegnazioni provvisorie e per le supplenze». Ma ancora prosegue: «I posti rimasti vacanti sono al Nord e al Centro per materie particolare e per il sostegno – afferma Valeria Fedeli – in mancanza di personale specializzato. Non si può parlare di ‘supplentite’, anche perché in totale, sono diminuiti i contratti a tempo determinato di circa 22 mila unità”.
Fin qui nulla da dire, se non che i numeri reali non collimano in nessun modo con quelli raccontati dalla prima rappresentante del Miur. Altro che residualità: i numeri che interessano gli attuali prof precari riguarderebbero, dallo scorso 1 luglio 2017, un vero e proprio piccolo esercito di 90mila insegnanti a tempo determinato.