ITP e diplomati magistrali, parte la campagna social per valorizzare la laurea

Molti laureati si stanno accorgendo di aver studiato (quasi) inutilmente, vedendosi scavalcare nelle graduatorie di istituto da diplomati dell’ultim’ora, ITP abilitati dal tar, dall’oggi al domani e diplomati magistrali che stanno scoprendo di avere il diploma in questi giorni, chiedendo, con un ricorso al tar di entrare in ruolo.
Sì, i diplomati magistrali con riserva nelle gae stanno scavalcando gli abilitati in scienze della formazione (5 anni di università, accesso programmato sul fabbisogno, laboratori e tirocini) e gli ITP (insegnanti tecnico pratici), con riserva in seconda fascia, stanno scavalcando i laureati in terza fascia.

La campagna social

“Ma a che ti serve la laurea?”
Una domanda frequente ormai, uno sfottò, una presa in giro verso rinunce, sacrifici e abnegazione.
Qualcuno decide addirittura di omettere il titolo di studi per avere più chance lavorative.
Ma perché?
Una laurea è un universo culturale inimmaginabile, un’apertura mentale differente, maggiori competenze da poter spendere nel mondo.
Scegliere un laureato significa puntare sul futuro, riconoscere il merito della conoscenza e credere nell’importanza della formazione.
Una laurea varrà sempre più di un diploma, specialmente nel mondo del lavoro e da oggi nessuno dovrà dir più #scemochisilaurea perché si merita questa risposta: “Scemo sarai tu che non ci provi neanche!”

N.B. Questa campagna è promossa da laureati che da qualche anno vengono superati da diplomati per l’insegnamento nelle scuole, ma che nonostante tutto continuano a credere e sostenere la formazione universitaria.
coordinamento.sfp@gmail.com

La professione docente non si improvvisa

La campagna nasce dall’idea che per insegnare oggi ci sono dei percorsi specifici, in grado di fornire le giuste conoscenze e competenze; elementi di pedagogia e didattica sono fondamentali per garantire una progettazione oculata e una corretta e valida performance di insegnamento/apprendimento con gli studenti.
Nessun rancore, nessuna guerra, solo un principio di meritocrazia, parola ormai sconosciuta e bistrattata in Italia: calpestata senza se e senza ma.
Il link al Coordinamento di SFP nuovo ordinamento