Una notizia, quest’ultima, da prima pagina e attesa con ansia da molti insegnanti e da tanti lavoratori del pubblico impiego. Le due rappresentanti del governo Gentiloni, inoltre, hanno tenuto a precisare: «La chiusura dell’Atto di indirizzo – spiegano la Fedeli e la Madia- è un importante passo verso il rinnovo del contratto atteso ormai da dieci anni. Il governo sta proseguendo sulla strada tracciata con l’accordo dello scorso 30 novembre. L’apertura della contrattazione partirà subito per avere il rinnovo entro la fine dell’anno. Ci sono sia i tempi che le risorse per farlo».
Il comparto e l’area dirigenziale dell’Istruzione e della Ricerca comprendono una vasta gamma di dipendenti, tra i quali:

  • Della Scuola: dirigenti, docenti, educatori, amministrativi, tecnici ed ausiliari;
  • Dell’AFAM: direttori, docenti, coordinatori, assistenti, coadiutori;
  • Dell’Università: dirigenti, elevate professionalità e personale amministrativo;
  • Degli Enti pubblici di ricerca: dirigenti, personale amministrativo e di ricerca di 21 enti.

La nota congiunta delle due ministre conclude con la seguente dichiarazione: “L’Atto di indirizzo ha una parte comune ai settori coinvolti e le specifiche sezioni. Fermi restando gli incrementi garantiti a tutti dal rinnovo, l’Atto siglato in data 19 ottobre consentirà alle istituzioni e agli enti coinvolti la possibilità di una maggiore valorizzazione del personale“.
Dopo le confortanti e rassicuranti parole targate Madia – Fedeli segue, proprio oggi, il comunicato stampa di Francesco Sinopoli, Segretario generale della FLC CGIL: “L’Atto di indirizzo toglie qualunque alibi ad ogni ulteriore ritardo per l’avvio della trattativa“. Ma vediamo di che si tratta.