Vi abbiamo raccontato, nei giorni scorsi, della vicenda accaduta in una scuola di Bari, dove una mamma ha aggredito verbalmente e persino schiaffeggiato una docente, ‘colpevole’ di aver rimproverato la figlia della signora per un comportamento non adeguato in classe. Il noto professore Vittorio Lodolo D’Oria, Medico esperto in Stress Lavoro Correlato degli insegnanti, ha scritto un articolo per Orizzonte Scuola all’interno del quale racconta di essere stato contattato dall’insegnante e di aver parlato con lei di quanto accaduto. Ecco le sue riflessioni.
Scuola, caso docente aggredita a Bari: le riflessioni del professor Vittorio Lodolo D’Oria
D’Oria racconta dell’agitazione della professoressa mentre espone i fatti al telefono: la donna è apparsa fortemente scossa da quanto accaduto ed è facilmente comprensibile, in più si aggiunge la paura di possibili ritorsioni nei suoi confronti. Il professor Vittorio Lodolo d’Oria si è posto alcune domande in proposito, riflessioni che ha voluto condividere con i lettori.
- L’escalation di violenza contro gli insegnanti può essere contrastata con atteggiamenti tolleranti di fronte a episodi di questo tipo anche se in zone a rischio?
- Se anche la denuncia non dovesse procedere d’ufficio (siamo infatti di fronte a un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni), non sarebbe il caso che la docente sporgesse denuncia di parte?
- Ha senso il tentativo di mediazione operato dal dirigente scolastico che vorrebbe archiviare l’episodio come se non fosse successo nulla di grave?
- Non dovrebbe il preside rivedere completamente il servizio di vigilanza dell’istituto cui tutti hanno libero accesso nelle ore di lezione senza alcun controllo?
- Perché il dirigente scolastico non ha attuato tutte le necessarie misure di prevenzione e di monitoraggio dello Stress Lavoro Correlato (SLC) come previsto dall’art. 28 del DL 81/08, posto che ci si trova inoltre in zona degradata?
- Comporterà delle conseguenze psichiche, ben più pesanti di quelle fisiche, l’aggressione subita dall’insegnante?
- Sarà materialmente possibile che insegnante e alunna tornino a occupare la stessa cattedra e lo stesso banco come se nulla fosse?
- Non si dovrà piuttosto provvedere a trovare una collocazione meno esposta per la docente, mentre si procederà a cambiare sezione, se non istituto all’allieva?
Le responsabilità del dirigente scolastico e del Miur
Le conclusioni del professor D’Oria riguardano alcuni errori commessi dal dirigente scolastico per tutelare la salute psicofisica del personale docente ovvero:
a) non aver disposto un efficace sistema di portineria che impedisse l’accesso a estranei durante lo svolgimento delle lezioni;
b) non aver attuato la prevenzione di legge dello SLC tra i docenti;
c) non aver denunciato ai carabinieri la violazione di accesso all’istituto e l’aggressione fisica all’insegnante;
d) pensare di poter mettere tutto a tacere fungendo da pacificatore tra le parti e preannunciando l’emanazione di un codice di comportamento per i genitori (proposta riportata su un successivo articolo).
Viene sottolineato come la mancata denuncia dell’accaduto rappresenterebbe un danno in quanto, così facendo, passerebbe il messaggio che aggredire un docente possa restare un atto impunito. D’Oria si è mostrato preoccupato anche per il silenzio del Miur che invece avrebbe dovuto avviare un’indagine sull’operato del dirigente; non solo, avrebbe dovuto oltre modo sanzionare alunna e famiglia con un trasferimento d’ufficio della studentessa. Per quanto riguarda la docente vittima dell’aggressione favorirne il reinserimento in un’altra realtà scolastica se da lei richiesto. Il Miur dovrebbe poi finanziare finalmente la prevenzione dello SLC nelle scuole e avviare i controlli nelle scuole per vedere chi, e come, attua la suddetta prevenzione (circolano infatti questionari insulsi per la misurazione di SLC con l’unico scopo di voler dimostrare il falso: che in un determinato istituto lo SLC è sotto il livello di allarme). L’alternativa, ha concluso il professor D’Oria, è la trasformazione degli insegnanti italiani da missionari in martiri.
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