I “furbetti della legge 104 ” sono ormai famosi: persone che hanno certificato false patologie aggravate per ottenere trasferimenti in sedi lavorative nella propria provincia di residenza. La prima inchiesta ad Agrigento (detta “La carica dei 104“) è scattata tre anni fa con un blitz della polizia. Dopo il primo filone, che si era concluso con 19 ordinanze cautelari, 6 persone in carcere, 8 ai domiciliari e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria ai rimanenti, è stato aperto un secondo filone. Questo si è appena concluso. Il pubblico ministero Andrea Maggioni ha fatto notificare, come si legge sul Giornale di Sicilia, l’avviso di conclusione delle indagini a ottanta indagati. Entro venti giorni dalla notifica i difensori dovranno chiedere un interrogatorio dei loro clienti o tentare di evitare il processo.
Abuso della legge 104: una piaga non solo nell’Agrigentino
Chi sono gli 80 indagati per abuso della legge 104 ad Agrigento? Sul giornale La Sicilia del 20 ottobre 2017 in edicola, trovate tutti i nomi, ma possiamo dirvi che fra loro ci sono medici, insegnanti e loro parenti. Alcuni sono comuni col processo principale. Il primo nome della lista è quello di Antonio Alaimo, il bidello che pare abbia organizzato con alcuni complici le sceneggiate dei finti trasporti in ambulanza, così da potersi sottoporre alla visita in commissione di invalidità. Le telecamere della Digos, però, lo hanno poi immortalato mentre scendeva dall’ambulanza e procedeva a piedi accendendo una sigaretta, con la convinzione di non essere visto da nessuno. Sono stati scovati decine di certificati medici costruiti ad hoc. Alcuni insegnanti avrebbero usufruito dei benefici della legge 104, a discapito, di chi ha veramente bisogno e soffre, al solo scopo di ottenere trasferimenti. Tutto partì proprio dalle denunce di alcuni docenti. In molti chiedono inchieste simili in tutta Italia.
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