Professione insegnante ha lanciato una petizione su Change.org che già (al momento della pubblicazione di questo articolo) vanta quasi 25mila firmatari. Da come è possibile leggere sul noto sito web, i docenti autori del post diffidano i sindacati Cisl, Flc Cgil, Snals-Confsal, FGU e UIL Scuola dal firmare un contratto che prevede un bonus di 85 euro lordi mensili nel triennio 2016/2018. Tale ‘aumento’ (sempre ammesso che così possa definirsi) non è previsto per tutti gli insegnanti e sarà distribuito solo parzialmente, tramite un ‘meccanismo premiale’.

Professione insegnante: 85 euro? Ma i docenti non ci stanno

Nel post di Professione insegnante (leggibile integralmente su Change.org) è scritto chiaramente come sia necessario cercare risorse aggiuntive per aumentare la paga dei docenti, di almeno 200 euro al mese ‘a invarianza di oneri contrattuali’. Il tutto, con l’obiettivo di un possibile incremento del potere d’acquisto delle retribuzioni del personale docente, oramai ferme ad uno ‘status quo’ che dura da ben 9 anni. Si è arrivati alla conclusione che nella paga degli insegnanti ci sia stata, di conseguenza, una perdita netta di 135 euro mensili, ma tale risultato deriva dal calcolo del dato dovuto alla perdita del potere d’acquisto. Il gruppo Professione insegnante ha aggiunto, inoltre, che nel caso di sottoscrizione del contratto da parte dei sindacati, i docenti iscritti in tali realtà ne usciranno in segno di protesta.

Professione insegnante: una somma definita ‘ridicola’

L’aumento di 85 euro è stata definita ‘ridicola’ dalla maggior parte dei docenti. Per quanto riguarda i dirigenti scolastici, il Governo ha invece deciso per un ulteriore aumento di ben 440 euro mensili. Come abbiamo avuto modi di chiarire all’inizio, la cifra di 85 euro per i docenti è da intendersi lorda, quindi nelle loro tasche andrà giusto una cifra pari a 50 euro netti. Parte di questi 50 euro saranno destinati a finanziare il ‘fondo pensione integrativo’ di tale categoria professionale.

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