Unicobas: intervista al nuovo segretario regionale Sicilia dopo la scissione

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Alla vigilia dello sciopero generale del 27 ottobre è avvenuta una scissione all’interno di Unicobas: con un post pubblicato su Facebook nella serata di mercoledì 25, Francesco Tomasello, ex segretario regionale dell’Unicobas Sicilia, ha annunciato la sua uscita da Unicobas e la sua nomina a responsabile di CUB Scuola per la Sicilia. Invece, da un altro profilo Facebook arriva la notizia che è stato nominato il nuovo segretario regionale per la Sicilia, Marco Monzù Rossello, collaboratore di ScuolaInforma da diverso tempo. Gli abbiamo fatto alcune domande.

Intervista a Marco Monzù Rossello di Unicobas

Unicobas, scissione e nuova nomina per la Sicilia: intervista a Marco Monzù Rossello.
Ciao Marco, per prima cosa congratulazioni per la tua nomina. Era una cosa che si respirava già nell’aria, oppure è arrivata come sorpresa gradita?
Grazie, assolutamente inaspettata. Sono grato al direttivo nazionale che mi dà la possibilità di ricoprire una carica così importante. In Sicilia siamo presenti su tutte le province, a breve comunicherò la nuova ubicazione della Segreteria Regionale che rimarrà su territorio catanese e i nominativi del Segretario Provinciale di Catania. Vi anticipo il nominativo del Segretario Provinciale di Enna, Dott. Alessandro D’Alio. Confermo la responsabile provinciale su Caltanissetta Liliana La Marca, confermo la responsabile su Trapani e Palermo Mariachiara Garacci. Per tutte le altre province provvederò a nominare di concerto con la segreteria nazionale una serie di nuovi nominativi con ubicazione delle relative sedi.
-Cosa ne pensi della scissione avvenuta qualche giorno fa, proprio nella regione di cui adesso sei responsabile?
In merito alla micro scissione in Sicilia, penso che ogni individuo abbia il diritto di scegliere come agire e cosa fare della propria vita. Quello che si contesta sono le modalità con cui la scissione si è materializzata. Rimango allibito dal comportamento inadeguato dell’ex segretario regionale. Il professore fino a pochi giorni fa ricopriva appunto la carica regionale di SEGRETARIO per l’Unicobas CIB Sicilia. In data 25/10/2017 , a mezzo social il medesimo pubblica un comunicato stampa a dir poco bizzarro. Firmandosi alla fine (Per CUB Scuola, Università, Ricerca, Sicilia). Reputo tale modalità non compatibile con le basilari regole di vita sociale tra persone e tra iscritti a un sindacato. Rammento che poche settimane fa si è tenuto il Direttivo Nazionale dell’Unicobas CIB Scuola e Università nella città di Roma, sarebbe stata quella la sede in cui l’ex segretario regionale avrebbe potuto improntare un dibattito o almeno rassegnare le proprie dimissioni. Avrebbe potuto telefonare o scrivere al segretario nazionale, in un’ottica di confronto. Probabilmente però la capacità di operare un confronto, non è alla portata di tutti. Si precisa che per quanto ne sappiamo l’ex segretario ha deciso senza nessuna riunione pubblica con gli iscritti, che però pretenderebbe di portarsi nella CUB, un micro-sindacato con al massimo 200 tessere nella scuola. Visti i numerosi attestati di fedeltà all’Unicobas giunti anche da Catania, la realtà gli sta dando torto sia nel merito che nel metodo.
-Parlaci dello sciopero del 10 novembre e del perché è giusto aderire.
Il 10 Novembre 2017 scenderanno in piazza i 3 più grandi sindacati di base, UNICOBAS, COBAS e USB. Sarebbe stato opportuno che anche gli altri sindacati di base convergessero su questa data, ma evidentemente i personalismi l’hanno fatta da padrone. È di fondamentale importanza scendere in piazza contro:
-la farsa del contratto miseria di 45,00 euro netti concordato con i confederali;
-il liceo a quattro anni (o la media e la primaria “brevi”, minimalismo allo stato puro;
-il conseguente taglio di cattedre e posti ATA (e l’eliminazione delle assunzioni);
-precarietà, privatizzazioni, tagli al sociale, alle pensioni e alla sanità;
-l’obbligatorietà dell’alternanza scuola-lavoro (mero apprendistato);
-l’attuazione della L.107/15 (perdita titolarità, “bonus” e chiamata diretta;
-la truffa di anzianità reso gli ATA ex enti locali.
È di fondamentale importanza scendere in piazza per:
-il recupero del potere d’acquisto perso in 10 anni di blocco contrattuale (15000,00 euro netti medi pro-capite);
-stipendi nella media UE e maggiori investimenti per la scuola pubblica;
-l’assunzione dei precari su tutti i posti vacanti;
-l’eliminazione del DPR 80/13 sul sistema nazionale di valutazione e L’INVALSI;
-l’eliminazione del Jobs act, dello “sblocca (inquina) Italia”, della legge Madia e della Bossi-Fini;
-pensionamento a quota 96 (60 anni di età e 36 di contributi);
-il diritto per tutti di assemblea in orario di servizio, la rappresentatività al 5% a seguito di elezioni su scheda Nazionale: fine del monopolio di regime accordato ai sindacati di stato e di partito.

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