Come se niente fosse, il Governo rilancia nella prossima Legge di Bilancio 2018 il progetto “Scuole Belle” per abbellire gli edifici scolastici, trascurando invece – secondo l’opinione di Udir (l’associazione sindacale dei Dirigente Scolastici) – la sicurezza delle strutture. Non si è considerato, invece, la vera priorità: mettere in sicurezza gli edifici scolastici, così come ampiamente richiesto in questi anni da molti Dirigenti Scolastici preoccupati dell’incolumità delle popolazioni scolastiche che occupano quotidianamente le strutture in oggetto.

Il Comunicato Anief a proposito della polemica di Adir sulla misura Scuole Belle contenuta nella prossima Legge di Bilancio 2018

Il Governo continua a finanziare il progetto “Scuole Belle” voluto dal precedente esecutivo: la misura è contenuta nella Legge di Bilancio, il cui esame è iniziato oggi al Senato. Nel testo – scrive oggi la rivista Orizzonte Scuola -, viene modificato l’articolo 64, del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50 convertito dalla legge 21 giugno 2017, n. 96, estendendo le disposizioni ivi previste anche ai mesi da gennaio a giugno 2018 dell’anno scolastico 2017/2018 e a tutto l’anno scolastico 2018/2019. La spesa complessiva sarà pari a 192 milioni di euro per il 2018 e 96 milioni di euro per il 2019.
L’associazione sindacale Udir reputa positivamente l’impegno dell’esecutivo, finalizzato al miglioramento delle strutture scolastiche: tuttavia, non può rilevare che quelle risorse potevano essere convogliate sul fronte della sicurezza. “Troppi dei 42mila plessi scolastici italiani – ricorda Marcello Pacifico, presidente nazionale Udir – risultano ancora non adeguati alle norme vigenti sulla sicurezza, privi delle relative certificazioni, e si tratta di mancanze che diventano gravissime laddove quelle scuole sono collocate in aree a rischio sismico. I nostri studenti e il personale tutto che opera nelle scuole meritano di essere accolti in strutture non esposti a rischi, di alcun genere: magari, nemmeno troppo belli, ma sicuramente sicuri”.
Lo stato di inadeguatezza dei nostri istituti è stato di recente sintetizzato nel 18° rapporto di Legambiente Ecoscuola, dal quale risulta che serviranno “ancora cinque generazioni di studenti” per avere “tutte le scuole d’Italia antisismiche e sicure”: necessiteranno, infatti, 113 anni per completare i lavori di messa in sicurezza dei 15.055 edifici scolastici che si trovano in zona sismica 1 e 2, cioè a rischio di terremoti fortissimi o forti. Ciò deriva dal fatto che oltre il 60% delle scuole oggi attive è stato costruito prima del 1976, anno di entrata in vigore delle norme antisismiche, approvate a seguito del terremoto del Friuli: il 43,8% necessita di interventi di manutenzione urgenti, appena il 12,3% degli edifici in area sismica risulta progettato o adeguato alle tecniche moderne di costruzione antisismica.
Alla luce di questa situazione allarmante, Udir ha realizzato uno studio sui 42.407 edifici scolastici censiti e sul loro obbligo delle dichiarazioni sulla classificazione del rischio sismico. Il dossier si aggiunge all’articolata proposta di modifica sul Testo unico sulla sicurezza e le responsabilità dei presidi, presentata qualche settimana fa durante l’Audizione svolta a Montecitorioalla presenza delle commissioni riunite Cultura e Lavoro: è assurdo, infatti, che un preside debba ritrovarsi in carcere mentre il proprietario dell’immobile scolastico sia, di fatto, esente o con ben più limitate responsabilità, sia civili che penali.
I temi verranno ripresi, tra molti altri, nei prossimi seminari sulle Tre R della Dirigenza. Rischi, responsabilità, retribuzionia Salerno il 10 novembre (invia la scheda di adesione  scarica il modulo rimborso), a Modena e Pisa. Inoltre, sul sito è possibileaggiornarsi sulle nuove tappe del seminario. I dirigenti interessati a partecipare possono chiedere informazioni all’indirizzo e-mail  segreteria@udir.it