Il contratto della scuola è materia di controversia, tanto che sono state lanciate anche petizioni online in proposito. Il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi, lo scorso 6 novembre, nel corso dell’assemblea regionale della Uil scuola a Bologna, ha fatto il punto sul prossimo appuntamento al’Aran per il rinnovo del contratto. ” La nostra è una sfida principalmente culturale, occorre rimettere al centro la funzione docente. Occorre ridare dignità, prestigio e autorevolezza agli insegnanti e, questo, non per dare risposte a necessità contingenti, che appaiono chiare a tutti, ma per dare risposte all’intero sistema dell’istruzione. Guardare alla scuola, nel suo complesso, significa immaginare, progettare, fare futuro alla nostra nazione. Il baricentro sono le persone, il lavoro delle persone, se si ha attenzione al lavoro si sposta il modo di operare da riconoscimenti parziali verso un sistema che offre opportunità a tutti”.
Negoziazione del contratto scuola: i docenti vogliono fatti
“Il contratto che andiamo a negoziare – ha chiarito Turi – dovrà ribaltare la situazione che vivono ora le scuole, risolvere la mutazione genetica che ha introdotto la legge 107 e tornare alla scuola della nostra Costituzione. Dovrà dare garanzie a tutte le professionalità,” A questo punto ha ricordato l’audizione informale del 6 novembre in Commissione Bilancio, in cui si è parlato di un fondo di stanziamento finanziario per l’armonizzazione delle retribuzioni dei dirigenti e di un fondo analogo per finanziare le retribuzioni del personale della scuola, che in questi anni ha pagato più degli altri il peso della crisi. “Servono risorse aggiuntive – ha concluso – che consentano, attraverso il rinnovo del contratto, il recupero gap retributivo che la scuola ha scontato maggiormente in questi anni”. Il punto è che i docenti vogliono i fatti. Sono stanchi delle parole. Arriveranno, oppure no?
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