Sciopero 10/11/17 caricati docenti COBAS e UNICOBAS foto e video

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Caricati
 
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Comunicato stampa 10 Novembre 2017
INAUDITO: CARICATI GLI INSEGNANTI DI COBAS E
UNICOBAS IN SCIOPERO.
Eravamo davanti al MIUR e avevamo finito di ascoltare
gli interventi di Piero Bernocchi (Cobas) e Stefano d’Errico (Unicobas).
Ci siamo allora messi in corteo ed hanno cominciato a fare storie sui numeri.
Poi quando ci ha raggiunto l’altro pezzo di corteo ci hanno detto che dovevamo essere ancora di più.
Noi gridavamo “corteo corteo “. Dopo ci hanno detto che non potevamo partire perché non potevamo bloccare il traffico.
Allora la polizia è avanzata e ha cominciato a manganellare con almeno due feriti tra i
manifestanti (uno dei quali ricoverato all’Ospedale Santo Spirito con un copioso taglio sul cuoio capelluto).
Non contenti i poliziotti hanno caricato ancora una volta, mentre noi gridavamo “vergogna vergogna”!
Subito dopo ci hanno detto che se nascondevamo le bandiere ci avrebbero fatto passare alla chetichella.
A quel punto eravamo disorientati e stavamo per accettare…ma quando hanno detto che dovevamo togliere persino i cappelli e far sparire le bandiere indossate da alcuni (c’è chi può sindacare sul come ci si veste?) tutti abbiamo ripreso le bandiere e abbiamo fatto un’assemblea in presidio girata in diretta da Rai News 24 denunciando la VERGOGNA delle cariche!!!!
Qualcuno ha diffuso notizie false! I poliziotti ci hanno caricato e nessun poliziotto è stato toccato!!!
Vergogna!!!!
Così è passato tutto in secondo piano, in primis le motivazioni dello sciopero e la lotta per un degno rinnovo contrattuale dopo 12 anni di blocco.
 
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Mancato rinnovo del contratto:
1) un collaboratore scolastico ha perso 11.128 euro netti;
2) un assistente amministrativo/tecnico ha perso 12.500 euro netti;
3) un coordinatore amministrativo/tecnico ha perso 15.120 euro netti;
4) un dsga 17.979 euro netti;
5) un docente della primaria 15.303 euro netti;
6) un itp 15.573 euro netti;
7) un docente delle medie 16.823;

8) un docente delle superiori 17.507 euro netti.
E’ lo studio della Flc-Cgil torinese, che ha l’indubbio merito di fornire una fotografia precisa e spietata della perdita del potere d’acquisto subito in questi anni di crisi dai lavoratori della scuola.
Ma al tempo stesso la ricerca sugli stipendi mette in evidenza una palese contraddizione del sindacato di Francesco Sinopoli, con Cisl, Uil, Snals, firmatario di un accordo-capestro.
Come si fa a firmare un’intesa per 85 euro lordi di ‘aumento’ a fronte di un massacro salariale del genere?”
Se anche a tutto il personale della scuola venisse riconosciuto l’aumento di 85 euro lordi, che si riducono a 45 netti, in un anno gli stipendi aumenterebbero di 585 euro ed a fine vigenza contrattuale ogni dipendente avrebbe solo 1.755 euro netti complessivi, a fronte di circa 15.000 euro netti persi negli ultimi 10 anni.
Occorre ritornare sulla vecchia questione della privatizzazione del rapporto di lavoro imposta dai tempi del governo Amato con il Dl.vo 29/1993 (che mantenne invece nella funzione pubblica e con le regole precedenti gli universitari, i magistrati, i militari ed altri).
La soluzione è obbligata: la vera lotta per il contratto è la lotta per l’uscita della scuola (di tutta la scuola, dai collaboratori ai docenti) da quelle regole impiegatizie che impediscono per legge aumenti superiori all’inflazione programmata dal ministero dell’economia, che ci hanno tolto il ruolo (precarizzandoci con gli incarichi a tempo indeterminato e determinato) e gli scatti d’anzianità biennali vigenti prima del contratto del 1995 (trasformati in lenti ‘gradoni’, per pagare i quali diminuiscono gli stanziamenti per il fondo di istituto, diminuendo progressivamente la retribuzione oraria degli straordinari degli amministrativi e dei progetti dei docenti.
Per questo, e non per essere trattati da delinquenti, ha scioperato oggi il 20% della Scuola e con 18 manifestazioni in tutta l’Italia.
Su 35 manifestazioni in tutta Italia per lo sciopero generale del sindacalismo di base, a Roma le uniche non consentite: quella Cobas-Unicobas che doveva partire dal concentramento al Miur e quella che avrebbe avuto origine dal Ministero dell’Economia, lavoratori del pubblico impiego e del settore privato gestita dall’USB.
IL VIDEO
Stefano d’Errico
(Segretario nazionale Unicobas Scuola&Università)
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