Il nuovo contratto giuridico è un’opportunità per aggiornare la funzione docente. Un’occasione per governare un effetto della Legge Fornero. Mi riferisco all’aumento automatico dell’età pensionabile. Diversamente si rischia di finire la propria carriera (67-70 anni) in classe. Con immaginabili problemi.
Contratto giuridico
In quest’ultimo periodo gli interventi sul contratto sono significativamente aumentati. Quasi sempre le riflessioni trattano degli aspetti economici. Eppure è già tutto definito dall’intesa del 30 novembre 2016. Si dimentica però, che il prossimo contratto prevederà anche l’aggiornamento degli aspetti giuridici (ad esempio Decreto Brunetta). Quindi. anche qui già è tutto definito?
L’insegnamento è un lavoro usurante
Si legge in un articolo presente sul sito di Orizzontescuola.it: “Gli studi scientifici a disposizione (l’ultimo pubblicato nel 2016 ad opera della Università La Sapienza di Roma) dimostrano che l’alta usura psicofisica dei docenti è analoga in tutti i livelli d’insegnamento e prescinde pure dalla differenza dei generi maschile e femminile.”
Una conferma delle peggiorate condizioni nelle quali opera il docente. Chi ogni giorno frequenta l’aula, è consapevole che il suo profilo non si riduce all’insegnamento. Quest’ultimo, spesso diventa un aspetto secondario, un accessorio. Nella migliore delle ipotesi è “sporcato” da risvolti penali e civili ( allergie, consegna in uscita dell’alunno a persone autorizzate, somministrazione dei farmaci…). Non parliamo poi dello stress e della frustrazione ad insegnare nelle classi pollaio…
Tutto questo incide sulla tenuta psicologica dell’insegnante, che diviene più critica con l’avanzare dell’età anagrafica.
Le alternative all’ insegnamento già esistono
Questi aspetti giustificano la riflessione su un ripensamento della funzione docente, storicamente identificata con l’insegnamento.
Le alternative all’ insegnamento già esistono. Penso all’ Animatore digitale, al Referente Cyberbullismo, al tecnico di laboratorio informatico, al responsabile dei progetti Pon, al responsabile della biblioteca con funzioni anche di promotore all’ educazione alla lettura, al tutor dei neo-assunti, al formatore… Altre dovranno essere pensate.
Attualmente queste mansioni sono aggiuntive all’’insegnamento, spesso svolte tra gli spezzoni o buchi-orario. Quasi tutte non prevedono compensi certi. Non sempre chiari i compiti.
Sindacato, batti un colpo se sei presente
Chi può definire meglio questi profili con distacco, inserendoli nel contratto? Chi può dare dignità economica a queste mansioni, facendole entrare a pieno titolo nella funzione docente? Ovviamente il sindacato. Quello che preoccupa è la sensazione di trovarsi di fronte ad un soggetto rinunciatario. E questa condizione non è la migliore per conseguire i suddetti obiettivi. Ovviamente a questi si oppone la controparte, la quale ha un solo obiettivo: contenere i costi!
Nonostante questo mi rivolgo al sindacato: batti un colpo, se ci sei!