Il 15 novembre prossimo, la Plenaria del Consiglio di Stato si riunirà per decidere sul ricorso presentato dai diplomati magistrale ante 2001/02. Questi chiedono l’inserimento nelle Graduatorie ad esaurimento. La decisione è molto attesa e il bacino degli interessati parecchio esteso. Ma quando potremo conoscere l’esito della decisione?

Quando si potrà conoscere l’esito della decisione della Plenaria?

Come spiegano diversi legali, non esistono termini perentori per conoscere l’esito della decisione della Plenaria. Qualsiasi data o termine è puramente indicativo. Il Consiglio di Stato potrebbe decidere di rendere la decisione immediatamente pubblica (dato l’interesse che suscita) per poi pubblicare le motivazioni successivamente. Potrebbe anche far passare diversi giorni, anche qualche mese, prima di comunicare l’esito. In ogni caso, ricordiamo che una decisione a favore dei diplomato magistrale avrà valore per chi ha già presentato ricorso, ma che i giudici non potranno non tener conto di tale decisione successivamente, anche per gli altri. In caso di esito negativo, le speranze non sono ancora perse. Resta la possibilità di rivolgersi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e di richiedere ai Giudici del Lavoro risarcimenti sostanziosi per i danni dovuti all’abuso sui contratti a termine.

Interviene sulla questione anche la D’Onghia

Nel frattempo, la senatrice D’Onghia ha emesso un comunicato sulla questione dei diplomati magistrali in vista della Plenaria, in cui afferma: “Vantare un diritto è sacrosanto ma bisogna tener conto dell’importanza di una preparazione all’insegnamento fondata scientificamente e supportata da validi insegnamenti e percorsi di tirocinio formativo universitario, adeguata alle riforme e innovazioni intervenute nella scuola negli ultimi vent’anni…Entrare in ruolo vuol dire aver lavorato nella scuola, conoscere le innovazioni del sistema scolastico di oggi. Pertanto, se vogliamo garantire la migliore scuola possibile, dobbiamo avere garanzie sulla preparazione degli insegnanti che accedono dalle Gae, garanzie che vanno verificate anche con la frequenza di un corso specifico di formazione. Tanto più che se chi entra per concorso ha una certa preparazione, anche attraverso le Gae devono essere assunti docenti che garantiscano la loro preparazione e la loro capacità di stare in cattedra. Nel rispetto delle sentenze dobbiamo tutelare i diritti di chi lavora ma garantendo un sistema di elevata e qualificata formazione all’insegnamento”.

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