E’ ufficiale: la firma del contratto di mobilità 2018-2019 avverrà presso il ministero dell’istruzione oggi 28 Novembre 2017. Alla firma presenzieranno diverse sigle sindacali. Il contratto dovrebbe prevedere un piano triennale di stabilità. Probabilmente, i sindacati chiederanno un’ulteriore deroga, dopo quella già concessa lo scorso anno, a vincolo triennale su ambito. Ecco il comunicato stampa in questione, per il quale ringraziamo l’associazione CNT e CoNaVinCoS.
L’orientamento dei sindacati è presumibilmente quello di chiedere un’ulteriore deroga, dopo quella già concessa l’anno scorso, al vincolo triennale su ambito.Ma c’è di più. Il trenta per cento assegnato alla mobilità per i trasferimenti sarebbe ritenuto troppo esiguo dai sindacati, in particolare per soddisfare le richieste di trasferimento dei docenti immessi in ruolo con il piano di assunzioni straordinarie che, ricordiamo, prevedeva tre fasi (a, b, c) e che si articolava sull’intero territorio nazionale. È probabile quindi che i sindacati chiedano, oltre al rinnovo della deroga, anche un innalzamento significativo dell’aliquota per i trasferimenti.
Come CNT, Coordinamento Nazionale TFA, ci uniamo alla richiesta di CoNaVinCoS, Coordinamento Nazionale Vincitori Concorso Scuola: impedire la mobilità straordinaria in deroga al vincolo triennale (come quella distruttiva del 2016), mantenendo una percentuale bilanciata (non superiore a quella 2017/2018). In sintesi, garantire una mobilità coerente con il vincolo triennale.
Da parte sindacale si invoca un’ulteriore deroga e un innalzamento dell’aliquota oltre il trenta per cento, adducendo che questo risolverebbe la situazione dei docenti destinatari del piano di assunzioni 2015 assegnati in province lontano dalla propria residenza; tuttavia è da considerare che costoro già l’anno scorso non avrebbero potuto beneficiare per intero della mobilità, in quanto coperta esclusivamente dai docenti che hanno potuto far valere una precedenza.
Come CNT facciamo rilevare che la mobilità straordinaria in deroga è figlia della necessità di compensare i docenti della fase b, immessi in ruolo lontano da casa rispetto ai docenti di fase c, assunti in certi casi più vicino al proprio domicilio, per quanto avessero un minore punteggio. Un’eventuale reiterazione della mobilità straordinaria anche quest’anno andrà questa volta indiscriminatamente a favore tanto dei docenti di fase b quanto di fase, ma anche ai neo-immessi in ruolo negli anni 2016/2017 e 2017/2018 che volessero cambiare regione.
Chi ne farà le spese? I docenti vincitori del concorso 2016 ancora in attesa di immissione in ruolo e, a cascata, i futuri aspiranti al percorso transitorio per abilitati. Docenti che per ottenere la stabilizzazione si sono sottoposti o si sottoporranno ad una dura selezione, e che meritano l’immissione nella regione in cui hanno concorso. Non solo perché hanno vinto un concorso bandito da una legge dello Stato, ma perché la legge non lascia loro altra opportunità: il posto è infatti disponibile ed erogabile solo in quella regione, a differenza di altri piani assunzionali a carattere nazionale.
Se le esigenze di vita familiare dei docenti non vanno trascurate, non meno importanto sono quelle di poter pianificare una vita e di uscire definivitamente dal precariato. Sopratutto dove all’esigenza è corrisposto un impegno e un merito conseguito secondo le procedure stabilite dalla legge, o vi corrisponderà con i nuovi prossimi concorsi.
Congiuntamente, CNT e CoNaVinCoS