Trieste: figlia contesa dai genitori, scuola negata alla 15enne

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Il fatto è accaduto a Trieste, è stata negata la scuola ad una ragazza minorenne contesa dai genitori. Un episodio a prima vista irrazionale ed immotivato che trova comunque la sua spiegazione. La madre della ragazzina (15 anni) è di Roma, mentre il padre è triestino, i due sono in perenne litigio su come e quando tenere la loro figlia. Intanto,a  pagarne le spese è proprio la giovanissima, la quale non può frequentare le lezioni da oramai due mesi. Un caso esploso all’interno di un noto liceo di Trieste che per ora non vede una soluzione. Almeno, non ancora. C’è il serio rischio che la 15enne perda l’anno senza che lei abbia alcuna colpa.

Trieste: scuola negata ad una 15enne, ecco perché

A Trieste, non è permesso ad una ragazzina di 15 anni di poter frequentare le lezioni regolarmente. Come mai? Tutto iniziò 10 anni fa, quando i genitori decisero di interrompere la loro relazione. Si lasciarono, pur mantenendo entrambi la genitorialità. La bambina all’epoca aveva solo cinque anni e seguì la mamma nella Capitale. Aveva l’occasione di incontrare suo padre solo nel periodo natalizio. Nonostante i forti screzi tra i due, così era stato previsto secondo l’accordo tra le parti.
Nel frattempo, il padre della ragazzina iniziò una nuova relazione con un’altra donna, con la quale ha un bambino che l’uomo però ha sempre rifiutato di riconoscere legalmente, per tenersi lontano il più lontano possibile, a suo dire, dagli assistenti sociali. Intanto, i due ex coniugi sono sempre andati avanti così, tra assegni di mantenimento, litigi e legali di mezzo. Ad un certo punto, il padre dell’a 15enne (di professione architetto) non è riuscito più a garantire mensilmente l’assegno previsto. Purtroppo, la crisi aveva colpito fortemente il suo settore lavorativo e c’erano anche i legali che pretendevano (giustamente) le loro parcelle. Tempo dopo, il Tribunale dei minori di Roma ha deciso che la figlia avesse esclusivamente l’affido della madre.
Purtroppo, la storia non finisce affatto qui. La ragazzina, in tempi recenti, ha deciso di non voler più stare con la mamma e col nuovo compagno di lei, in quanto sarebbe stata maltrattata continuamente, tanto da annotare in uno scritto: “Mi minacciano e mi picchiano”. Resta da capire se lo sfogo della minorenne è spontaneo o suggerito da parti esterne. Nel suo diario, la 15enne parla continuamente delle urla e degli schiaffi da parte di sua madre. Insomma, sembra che mamma e figlia fossero ai ferri corti! Fatto sta che la minorenne non riusciva più a vivere a casa con la genitrice ed il suo compagno, verso cui la piccola lancia accuse abbastanza pesanti, come: “Entra spesso in camera mia, mentre mi cambio”. Dopo l’ennesimo litigio, ed oramai esasperata, la quindicenne ha dunque preso un treno alla volta di Trieste. Il padre, andata a prenderla, si è poi presentato in Questura, per spiegare come la figlia fosse giunta lì di propria volontà.
Alla fine, il padre la iscrive in un liceo della città. Tuttavia, il dirigente scolastico si accorge che il nome della giovanissima risulta già apparire altrove, ovvero negli elenchi di una scuola della Capitale. Dunque, per la ragazzina è assolutamente impossibile continuare a frequentare le lezioni in tale istituto. Morale della favola: tra battaglie legali, presunti maltrattamenti ed incomprensioni con i grandi, unica colpevole di questa triste storia è la povera ragazzina che è costretta a studiare a casa, come e quando può, senza la possibilità di frequentare un istituto scolastico reale, come è diritto (e dovere) per ogni adolescente della sua età.
Fonte:
Il Piccolo.gelocal.it

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