Il caso degli insegnanti cosiddetti “fantasma” è stato sollevato alcuni giorni fa sul Corriere della Sera, e riguarda la situazione che si sta verificando in molte scuole (soprattutto primarie) di Milano. Perché questo nome? Si tratta di quegli insegnanti che, seppur di ruolo, non sono mai stati visti dagli alunni. Generalmente sono insegnanti che hanno ottenuto quest’anno il ruolo, a molti chilometri di distanza dalla loro residenza, che non sono in grado di affrontare un trasferimento simile. Vuoi per non abbandonare la propria famiglia, vuoi magari per i costi di un affitto troppo cari da poter affrontare. E così, per non perdere al tempo stesso il tanto sognato ruolo, usano escamotages vari : dai certificati di malattia reiterati, alle richieste di congedi parentali, ai famosi permessi della legge 104. Questo è perlomeno il sospetto che si sta insinuando tra i dirigenti di molti istituti scolastici coinvolti da questi fenomeni.
Il caso è scoppiato a Milano ma sorge anche spontaneo chiedersi se solo Milano sia la realtà colpita da queste “furberie” o presunte tali. È giusto però condannare in toto chi di sta servendo di queste scappatoie? Non è forse anche questa una conseguenza della “Buona Scuola”?
Necessità di visite fiscali
Sicuramente alcuni di questi permessi sono veritieri, ma quelli di molti insegnanti, vista la loro continua reiterazione, sembrano essere fasulli. E dietro a molti di quei continui certificati di malattia c’è anche l’appoggio di medici che si prestano a questo “gioco” firmandoli. Molti dirigenti lamentano proprio questo comportamento poco professionale. L’unica soluzione, come proposta anche dalla stessa Ministra Fedeli , sarebbe quella di intensificare le visite fiscali . Cosa però che nello specifico non si è ancora potuta mettere in atto, o per mancanza di personale o perché in realtà vengono solo effettuati controlli a campione e non su larga scala e mirati.
Chi ne sta pagando le conseguenze?
Ad essere danneggiati sono sicuramente i bambini . A seguito di questi insegnanti “fantasma” molti supplenti o non accettano la convocazione di supplenza per sostituirli o lasciano la supplenza ed un’altra a loro più conveniente, non avendo garanzie sulla prosecuzione della stessa. Così i bambini si vedono cambiare di continuo l’insegnante, venendo meno quell’esigenza di continuità d cui necessiterebbero. Altre volte ,invece, vengono accorpati in altre classi non essendoci una maestra tutta per loro. Di certo questa non è la Buona Scuola auspicata.