E’ possibile che gli immigrati siano causa del calo di rendimento nelle scuole di Milano? Secondo alcuni dati recenti, sembra che l’apprendimento all’interno di classi multietniche dove gli alunni stranieri siano la maggioranza, risulti più difficile. Come leggiamo da Corriere.it, a testimoniare questo calo (almeno negli istituti del capoluogo lombardo) sarebbero i risultati dei test Invalsi delle elementari, che registrano un notevole calo di rendimento. Invece, nelle classi miste in cui il numero di studenti italiani e stranieri risulta essere più bilanciato, la preparazione degli alunni sembra essere notevolmente più avanzata, talvolta anche superiore alla media. Tali significative informazioni sono state ricavate dal Laboratorio di Politica Sociale del Politecnico.
Alle scuole medie questa differenza risulta essere meno notevole, pur sussistendo lo scarto tra studenti italiani e stranieri. A rilevare tali informazioni sono i dati resi noti dal MIUR circa il numero di promossi e quello dei bocciati. Parlando invece delle superiori, si evidenzia come il numero degli studenti italiani bocciati al primo anno sia pari al 12%; ancora più preoccupante la situazione degli stranieri in tal caso: 28%. Ala fine di tale ciclo scolastico, c’è una differenza molto netta: 4% da una parte e 14% dall’altra.

Milano: calo di apprendimento a causa degli immigrati? Ecco la verità

Ma quanto c’è di vero in queste affermazioni circa il calo di apprendimento all’interno delle scuole di Milano a causa degli studenti immigrati? Ebbene, l’analisi del Politecnico sembra parlare chiaro: “La performance scolastica cala quando si supera la quota del 30% di stranieri, è una soglia cruciale che dovrebbe essere evitata o quantomeno monitorata”. Tali sono le affermazioni del professor Costanzo Ranci, docente di Sociologia economica. Sembra che a confermare il risultato di tali studi siano anche i dirigenti scolastici di numerosi istituti delle periferie di Milano, come Corvetto e Maciachini, zone in cui la frequentazione di studenti italiani nelle scuole risulta essere pari ad un irrisorio 20%.