Sistema integrato istruzione 0-6, Pacifico: "Ad oggi, quadro desolante"

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Nella giornata di ieri, 13 dicembre 2017, il Consiglio dei Ministri ha approvato l’avvio del Piano Nazionale per la promozione del sistema integrato istruzione 0-6 anni.

I principi della riforma sul sistema integrato istruzione 0-6 anni

Il piano in questione prevederà l’introduzione dell’asilo nido all’interno del sistema scolastico statale, gestito dal Miur. Sarà un sistema integrato di istruzione che coinvolgerà i bambini, appunto, compresi tra gli 0 e i 6 anni di età. Così di esprime il Ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli: “Il sistema integrato 0-6 anni rappresenta un cambiamento culturale importante, una vera svolta che mette al centro i diritti dei più piccoli”.
Secondo il ministro “le istituzioni, d’ora in poi, lavoreranno insieme, con risorse certe e regole condivise”. Tutto ciò “per offrire alle famiglie strutture e servizi ispirati a standard uniformi su tutto il territorio nazionale, per aumentare i servizi e sostenere i genitori, per dare alle bambine e ai bambini maggiori opportunità di accesso a un’istruzione di qualità fin dalla nascita”.

Obiettivi del progetto

Il decreto legislativo 65/2017, in riferimento alla Legge 107/2015 prevederà, innanzitutto, lo stanziamento di 209 milioni di euro per il primo anno di attuazione. Gli obiettivi del sistema in questione saranno:

  • 33% di copertura della popolazione sotto i 3 anni di età
  • La presenza in almeno il 75% dei Comuni di asili nido
  • Qualificazione universitaria per gli insegnanti degli asili nido
  • Coordinamento pedagogico tra asili nido e scuole dell’infanzia
  • Riduzione delle rette

Problemi evidenziati da Marcello Pacifico a proposito del Sistema integrato istruzione 0-6

Su questo nuovo progetto, però, sono stati evidenziati dei problemi basilari e concreti. Problemi sottolineati soprattutto da Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief. Secondo Pacifico: “Ad oggi, il quadro generale dell’istruzione 0-6 anni rimane desolante. Se poi si entra nel dettaglio, le cose sono ancora più complesse”.
“Viene da chiedersi, tanto per iniziare, – prosegue il presidente dell’associazione sindacale –  per quale motivo non si è dato seguito alla nostra proposta, più che motivata anche a livello pedagogico, di anticipare di un anno l’inizio della scuola dell’obbligo, introducendo un’annualità ponte durante la quale far operare, in compresenza, maestre della scuola dell’infanzia e primaria. Questo avrebbe anche sopperito al problema delle GaE ancora stracolme di precari della scuola dell’infanzia e non considerati in occasione del potenziamento degli organici che ha invece toccato tutti gli altri ordini”.
Concludendo sull’argomento, Marcello Pacifico evidenzia: “A tale proposito non si comprende perché nella Legge di Stabilità 2018 sia stato previsto solo un incremento di 2 mila maestri della fascia alunni 3-6 anni, corrispondenti a 1.700 comuni e 300 di sostegno. Basta dire che le scuole dell’infanzia in Italia sono ben oltre quota 10 mila, ma di queste solo 2.700 risultano pubbliche. Di conseguenza, i docenti potenziatori in arrivo non saranno nemmeno uno a scuola. Rimane un mistero, poi, il motivo per il quale si continua a limitare il servizio delle classi Primavera. La risposta, probabilmente, è la stessa che porta a mettere a disposizione dell’utenza potenziale appena una scuola su quattro: la mancanza di risorse e di investimenti. Quella che ci porta a dire che non bastano le linee guida e i nuovi principi per rilanciare la scuola fino a sei anni”.

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