Ci ha scritto un gruppo di insegnanti di religione cattolica, chiedendoci di pubblicare la loro lettera per dire no al doppio concorso.

La lettera degli insegnanti di religione

“Spett.le Redazione di ScuolaInforma
Siamo un numerosissimo gruppo di Insegnanti di Religione Cattolica, sorto spontaneamente e già organizzato, in tutta Italia, in comitato di protesta, in quanto facenti parte della categoria di docenti più danneggiate dalla riforma Renzi-Giannini, contrario all’espletamento di un nuovo concorso per I.R.C. se, il Governo, prioritariamente, non provvede all’immissione in ruolo dei vincitori del precedente ed unico concorso espletato nel 2004, i quali sono stati esclusi da tutte le fattispecie di regolarizzazioni dei c.d. “precari della scuola”, poiché soltanto per loro la graduatoria è stata ritenuta decaduta, dopo tre anni, in quanto non trasformata né in permanente né, tantomeno, ad esaurimento, come è stato deciso ed attuato, con provvedimenti legislativi, per gli insegnanti delle altre classi di concorso.
Ciò a dispetto delle molte sentenze che sono state emesse dalla Magistratura e che stabiliscono e “impongono” inequivocabilmente, che anche gli insegnanti di religione che, a causa del loro “status giuridico” possono definirsi precari storici, hanno diritto di beneficiare del medesimo criterio di assunzione a tempo indeterminato.”

Insegnanti prossimi alla pensione

“Il presente comunicato viene stilato affinché venga reso noto che tra noi I.R.C., vincitori del
precedente concorso del 2004 e non immessi in ruolo, molti anche con oltre trent’anni di
servizio, c’è un fortissimo malcontento e che siamo amareggiati e delusi dall’attuale Governo,
per il fatto che si vuole, a tutti i costi, far bandire un concorso senza aver anzitutto immesso in ruolo coloro i quali sono stati esclusi, da tutte le fattispecie di regolarizzazioni dei c.d. “precari della scuola”.
Chiediamo il rispetto dei diritti, sanciti dalla legge, con l’immissione in ruolo, dei circa 2500
I.R.C., vincitori del concorso del 2004, che è ad invarianza di spesa per le casse dello Stato,
immediatamente, utilizzando le antecedenti graduatorie regionali.
Ciò dovrà realizzarsi prima dell’emanazione del nuovo concorso, al quale stanno lavorando
alcuni sindacati e lo staff del Ministero della Pubblica Istruzione, per stabilirne i criteri di selezione. Tale sanatoria rappresenterebbe il legittimo riconoscimento di diritti violati ed il ripristino della dignità calpestata, in quanto tutti gli insegnanti devono essere posti sullo stesso piano, sia dal punto di vista professionale che educativo, a prescindere dalla materia che insegnano, riconoscendone il ruolo culturale, sociale e morale, oltre che la valorizzazione della persona-insegnante con tanti anni di servizio sulle spalle e molti in età avanzata che è stata ignorata e disconosciuta dallo Stato.
Riteniamo il nuovo concorso illegittimo e impugnabile, poiché il Governo, prima di emanare
un nuovo concorso dovrà immettere in ruolo gli insegnanti di religione che risultano inseriti
nelle precedenti graduatorie regionali.”