Le rivendicazioni dei Docenti GaE Infanzia Legge 296/2006: "Restituiteci posizioni, ruoli e supplenze"

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Vi presentiamo il comunicato diramato nelle scorse ore su Facebook dal “Comitato Tutela Docenti GaE Infanzia Legge 296/2006” dopo la clamorosa sentenza dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato sulla questione dell’inserimento dei diplomati magistrali nelle GaE. La parola, questa volta, passa ai docenti inseriti nella GaE a pieno titolo: “Restituite a noi le posizioni in graduatoria, i ruoli e le supplenze”.

Il Comunicato di rivendicazione del “Comitato Tutela Docenti GaE Infanzia Legge 296/2006”

Ci sono 26 mila precari storici inseriti a pieno titolo nelle Graduatorie ad Esaurimento infanzia e primaria fin dalla loro istituzione con la legge 296/2006 dei quali nessuno mai (volutamente?) parla nel pianto greco dei comunicati sindacali ( locali e nazionali), degli articoli di stampa cartacei e sul web, che caratterizza l’infuocato dibattito sviluppatosi in questi giorni, dopo la sentenza dell’Adunanza Plenaria sulla questione dell’inserimento dei diplomati magistrali nelle Graduatorie ad esaurimento.
26 mila precari per i quali non è valsa e non vale la tanto ora appellata continuità didattica, per i quali non si è mai parlato di licenziamento di massa anche se si sono ritrovati a perdere uno stipendio che fino al giugno precedente mandava avanti la famiglia.
26 mila precari che per rispettare sentenze cautelari di diversi organi giudiziali hanno pagato l’ immediata applicazione delle stesse in termini di ruoli, supplenze annuali, ritrovandosi spesso costretti ad accettare un part-time o ad attendere supplenze brevi dalle graduatorie di istituto.

Ora spetta a qualcun altro rispettare le sentenze. A noi vanno invece restituite posizioni in graduatoria, ruoli e supplenze. Abbiamo dovuto tutelarci da soli perché né i sindacati ( tutti promotori di ricorsi), né tanto meno politica e amministrazione, sorde alle proposte di buon senso giunte da più parti ai loro tavoli per risolvere il contenzioso prima dei giudici, lo hanno fatto. E pare che dobbiamo continuare, ora come allora, ad auto tutelarci, perché nessuno abbia a decidere inaudita altera parte. Tantomeno il 4 gennaio 2018.
Attenzione però a una fin troppo facile strumentalizzazione. Non ce l’abbiamo con chi ha il diploma magistrale ( lo abbiamo anche noi), non diciamo che non possano insegnare. Chiediamo solo e da sempre che vengano DOPO chi, come noi, è nelle GaE o per aver superato una o più prove concorsuali, o per aver seguito percorsi abilitanti specifici varati dallo Stato nel corso di diversi anni.
Vergognoso è constatare come TUTTI GLI ORGANI PREPOSTI abbiano sottovalutato il contenzioso che ha ormai raggiunto numeri esorbitanti, facendo passare gli aspiranti al ruolo delle GaE Infanzia dai 14 mila di settembre 2017 ai 67.622 di oggi, ed i candidati delle GaE Primaria da 11.852 a 57.369 lasciando nel limbo il futuro lavorativo e la vita di migliaia di persone: precari storici , diplomati magistrali, vincitori di concorso.
Vergognoso è che a subirne il danno maggiore siano state le precarie storiche dell’ ordine della scuola dell’infanzia volutamente non potenziato dalla 107, scavalcate da persone con punteggi altissimi provenienti dalle scuole paritarie presso le quali avevano contratti a tempo indeterminato fin dall’età di 18/20 anni; persone che mai in tanti anni avevano affrontato una qualche forma di selezione pubblica e che mai avevano messo piede in una scuola pubblica. Con questi ricorsi hanno colto l’occasione per passare da un datore di lavoro privato ad uno pubblico. Per questo le precarie delle GAE INFANZIA sono state quelle che hanno difeso ovunque e sempre da sole, la loro posizione.
Fondamentale si trovi una soluzione che però rispetti la sentenza: QUALORA NON ESISTANO FONDAMENTI LEGALI E’ NECESSARIO TORNARE ALLA LEGALITA’ E TROVARE UNA GIUSTA SOLUZIONE PER TUTTI.
Noi vigileremo e qualora servisse non faremo sconti a nessuno se quel che ci spetta non verrà ridato e sanato. Iniziate tutti a fare i conti di quanti danni potremo chiedere. E quale giudice all’oggi ci darebbe torto?
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