Diplomati magistrali restino in Gae: la proposta Cobas

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I diplomati magistrali attengono l’incontro del 17 gennaio che vedrà di fronte il Miur e i sindacati. I Cobas dichiarano di voler presentare la loro proposta all’amministrazione, in aperto contrasto con quella dei sindacati confederali e di alcuni partiti di centro-destra. I diplomati magistrali non possono essere buttati per la strada dopo essere stati sfruttati per anni. Dopo le dichiarazioni di Luigi Di Maio che annuncia di avere già le idee chiare su come risolvere la questione, è la volta di Piero Bernocchi, portavoce nazionale COBAS, di dire come stanno esattamente le cose.

Mistificazione della realtà

Bernocchi spiega come il Consiglio di Stato abbia rinnegato se stesso, dopo l’accoglimento di ben 7 sentenze dello stesso organo amministrativo, generando quella che si vede benissimo che è “una spudorata sentenza politica, come politica è stata negli ultimi decenni la volontà di tutti i governi di utilizzare massicciamente il precariato per risparmiare un buon 30% nelle spese di personale ed evitarne la ribellione frammentando la categoria in mille sotto-gruppi messi cinicamente in conflitto tra loro.” È ora di dire basta a questo sfruttamento continuato dei maestri e delle maestre.

La proposta Cobas

In quattro semplici punti il succo della proposta dei Cobas è il seguente:

1) Le immesse/i in ruolo che hanno superato l’anno di prova mantengono il proprio posto e lo stesso vale per chi deve superare l’anno di prova in questo anno scolastico. 2) Permanenza nelle GAE, in base al punteggio acquisito, di tutti/e i/le docenti con relativo scioglimento della riserva. 3) Riapertura delle GAE, in tutti gli ordini di scuola, per tutti/e i/le docenti in possesso di abilitazione (Diplomati Magistrali con titolo conseguito entro l’a.s. 2001/2002, Laureati in Scienze della Formazione Primaria Vecchio e Nuovo Ordinamento, PAS, TFA, ecc.). 4) Immissione in ruolo di tutti/e i/le precari/e con 3 anni di servizio presso le scuole di ogni ordine e grado.

Tutto questo va ottenuto mediante un Decreto-legge d’urgenza. Serve la volontà politica per eliminare le gravi distorsioni normative che si sono succedute negli ultimi 20 anni.

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