La trattativa contrattuale volge al peggio! Ignorati gli impegni contenuti nell’intesa del 30 novembre 2016. Eppure i sindacati continuano a sedersi. Sperando cosa? Non è chiaro!
Cosa prevedeva l’intesa del 30 novembre 2016?
I punti di riferimento della trattativa contrattuale sono la sentenza della Corte Costituzionale (24 giugno 2015) le leggi di stabilità 2016-2018 e l’intesa del 30 novembre 2016. Due erano gli elementi caratterizzanti di questo accordo: l’impegno del governo a “rivedere gli ambiti di competenza, rispettivamente della legge e della contrattazione, privilegiando la fonte contrattuale, quale luogo naturale per la disciplina del rapporto di lavoro, dei diritti e delel garanzie dei lavoratori, nonché degli aspetti organizzativi a questi diretatmente pertinenti”.
A fronte di questo impegno il sindacato accettava l’elemosina che nel testo diventano ” incrementi contrattuali in linea a quelli riconosciuti mediamente ai lavoratori e comunque non inferiori a 85 € mensili medi”.
Come sta andando?
Rispetto a quegli impegni direi che la partita attuale è sul due a a zero per il governo. Mi spiego. Rispetto alla parte normativa arrivano solo “mazzate”! In altri termini, le notizie sono brutte, pessime!
Limitiamoci, però al contenuto dell’intervento. Scrive il quotidiano “ItaliaOggi” che l’Aran ha risposto negativamente alla richiesta sindacale di riportare le relazioni sindacali al quadro precedente il Decreto Brunetta (2009). A questo aggiungo la proposta governativa di inasprire le sansioni disciplinari, l’opposizione a riportare nel tabellare le risorse relative alla “Carta docente” e al “Merito” ( Legge 107/15)…
E siamo a uno a zero. Il secondo goal, il governo lo ha realizzato mettendo sul piatto una somma media lorda inferiore agli 85€.
E il sindacato rimane seduto
Ci troviamo di fronte alla smentita degli impegni previsti dalla preintesa del 30 novembre 2016. Da un certo punto di vista è un’ottima notizia! E’ la condizione migliore per alzarsi dal tavolo della trattativa, salutare i rappresentanti dell’Aran e non firmare! Il governo rimarrebbe con un “pugno di mosche” in mano! Senza alibi!
Eppure Sinopoli riesce a intravvedere ancora “passi in avanti , anche se poi aggiunge non sufficienti, relativi alle relazioni sindacali.
Ribadisco il suggerimento: alzatevi senza sottoscrivere nulla! Probabilmente l’inasprimento delle proposte governative è dovuto alla consapevolezza di di aver “perso la scuola”. Quindi “puniamola”! La rottura delle trattative significherebbe mandare in frantumi questo piano da esibire come una vittoria nella campagna elettorale.