Contratto scuola, Miur ai docenti: aumenti gratuiti ore per “lavorare di più”

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Le trattative sul rinnovo del contratto del personale della scuola pubblica sono ferme: ultime notizie al 21 gennaio 2018 – Nelle settimane scorse le frasi rassicuranti della ministra della Pubblica Istruzione Valeria Fedeli prospettavano la chiusura imminente del rinnovo contrattuale per il personale scolastico. Ancora, però, da questo punto di vista la trattativa pare trovarsi totalmente in alto mare. Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza su questo argomento.

La proposta irricevibile del governo a proposito del rinnovo del contratto: “aumento si ma aumentiamo anche le ore di lavoro degli insegnanti” 

Secondo le rassicuranti dichiarazioni della ministra, l’imminente rinnovo contrattuale sarebbe arrivato presto anche perché esistevano fondi a sufficienza per giungere alla fine della trattativa. Parole, queste ultime, totalmente confortanti che lasciavano presagire le imminenti firme in calce a quel contratto.
Purtroppo, i buoni propositi della ministra non si sono mostrati attendibili. Non si può neanche affermare con certezza che quel contratto (fermo oramai dal 2009) può anche rinnovarsi in tempi brevi. La stessa cosa varrebbe per gli aumenti prospettati da tempo dalle parti impegnati nella trattativa.

La trattativa sul rinnovo del contratto è ferma per via delle proposte assurde e irricevibili del governo

Alcune fonti sindacali parlano di un’altra novità avanzata – con faccia tosta – dall’Aran durante gli incontri tenutisi nei giorni scorsi: gli aumenti per i docenti ci saranno, ma a quanto pare non riguarderanno solo gli stipendi di questi ultimi. Si, perché le richieste stravaganti dell’Agenzia governativa delegata alla contrattazione riguardano anche gli aumenti delle ore di lavoro del personale scolastico. Insomma, gli insegnanti – secondo il governo – per aspirare ad un aumento lordo sui propri emolumenti dovranno lavorare di più rispetto al loro attuale carico di lavoro settimanale.
Oggi, dalle pagine del Messaggero si fa riferimento ad una trattativa ferma per via delle richieste assolutamente irricevibili avanzate dal governo. La delusione dei sindacati è tanta e il fatto che non si sia persino deciso di fissare ulteriori appuntamenti per continuare la trattativa denota l’assoluto momento di impasse che sta alla base di questa vicenda, sempre più verosimigliante alle “calende greche”.
Il nodo della questione riguarda in particolare quei famosi 85 euro lordi di aumento medio. A quanto pare sarà proprio difficile trovare quei fondi senza riuscire ad inglobale nelle risorse disponibili quelle provenienti dai benefit relativamente al merito e alla formazione dei docenti.

Rinnovo del Contratto fermo: i sindacati non vogliono rischiare di perdere iscritti in vista delle prossime elezioni RSU 2018

Conti alla mano, dunque, si tratterebbe di trovare la giusta quadra, accontentando tutti con qualche rinuncia reciproca. Ma non è proprio così. Questa volta i sindacati non ci stanno. Aumentare in maniera gratuita l’orario di lavoro del personale del comparto scuola rappresenterebbe per il governo un risparmio economico non indifferente nel lungo periodo. Per i sindacati, viceversa, potrebbe rappresentare una vera e propria debacle soprattutto in vista delle prossime elezioni RSU 2018. Molti docenti sono sul piede di guerra e sono pronti anche a ritirare in blocco le deleghe a quei sindacati che tenteranno di firmare quel rinnovo contrattuale svantaggioso per tutti.

Accuse infondate nei confronti del personale scolastico: “oltre al danno anche la beffa”

Quello che spiace in tutta questa vicenda è il messaggio distorto che lancia questo governo, il quale tenta di screditare la figura professionale degli insegnanti. Queste accuse offendono gli insegnanti: il loro effettivo orario di lavoro – è bene ricordalo – non si conclude con le 18 ore settimanali.
Quell’orario fa riferimento solo alle ore di lavoro in classe. Viceversa, dietro quelle attività frontali ve ne sono altre che spesso non vengono affatto prese in considerazione. Tra queste ricordiamo: la preparazione delle lezioni, la correzione dei compiti, i collegi docenti, i consigli di classe, le riunioni di Dipartimento o di programmazione, gli scrutini e gli esami conclusivi.
Fonte: TGCOM24.com

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