Continua la discussione sul travagliato rinnovo di contratto del personale scolastico. Il sindacato Anief, a questo proposito, ha pubblicato una nota sul proprio sito ufficiale, parlando di proposta dell’Aran ‘irricevibile’. Il motivo di questa presa di posizione è giustificato dal fatto che gli aumenti proposti non sono in grado di colmare in misura adeguata l’enorme divario con la media Ocse, attualmente pari al 20% a sostanziale parità di ore lavorate.

Contratto scuola 2018: Anief ‘Proposta Aran irricevibile’

Il presidente Anief, Marcello Pacifico, ha commentato così la proposta dell’Aran: “Mettendo a confronto gli stipendi si evidenzia che a fine carriera il gap negativo dei nostri docenti rispetto a quelli della media Ue è di circa il 20%. Eppure l’impegno in classe è quasi identico: alla primaria, ad esempio, in Italia il numero di ore annue in cattedra è solo del 5% in meno. Perché poi in Germania i compensi annui dei docenti sono quasi il doppio rispetto ai nostri? – si chiede Pacifico – E Il nuovo contratto è a dir poco deludente, visto che non risolve nulla né sul piano stipendiale né normativo. Anzi, si rischia di peggiorare la situazione.

Contratto scuola 2018: ‘Aumenti stipendi farsa: cifre ridicole’

Marcello Pacifico prosegue menzionando il fatto che l’Aran abbia intenzione di inserire tra le ore obbligatorie funzionali all’insegnamento nuovi compiti, ‘in cambio di aumenti farsa. Non va meglio per chi comincia a insegnare, il cui compenso è inferiore del 6,5% rispetto a quanto si percepisce per lo stesso lavoro nell’area Ocse. Nella bozza del nuovo contratto collettivo nazionale non si recepiscono le sentenze della Corte suprema sulla parità di trattamento tra personale precario e di ruolo, né si elimina il raffreddamento della carriera nelle ricostruzioni attuate per il personale di ruolo. Addirittura, si attribuiscono appena 220 euro netti di arretrati per il 2016 e il 2017 ed aumenti di soli 40 euro netti per il 2018: è una cifra ridicola, addirittura tre volte inferiore all’aumento del costo della vita registrato dopo il blocco decennale degli stipendi. Per questo motivo qualsiasi proposta di aumento dell’orario lavorativo e di mansioni senza risorse aggiuntive, va rispedita al mittente” così ha concluso Pacifico.