La lettera che il Coordinamento Diplomati Magistrali abilitati ha scritto in data odierna mira a far comprendere alle famiglie in primis, ma anche a tutti i dirigenti scolastici, che il loro diritto all’insegnamento non è stato prescritto dall’infelice pronuncia dei giudici di Palazzo Spada. Si tratta di una lettera che va letta così, tutta d’un fiato e senza interruzioni perché, se è vero che il 4 dicembre del 2016 l’Italia intera ha respinto l’assalto alla Costituzione, allora coerenza impone che ci si schieri al loro fianco in questa grande battaglia a difesa del loro diritto.
La lettera
Gentili, come molti sanno, si è generata una grave situazione a seguito della sentenza della Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato del 15 novembre 2017, pubblicata il 20 dicembre, con la quale si è negato il diritto dei Diplomati Magistrali ante 2001/2002 ad entrare nelle GAE (graduatorie da cui si attinge per il ruolo) per l’insegnamento nella scuola dell’infanzia e primaria. Con tale sentenza, molti insegnanti rischiano di essere estromessi dalle c.d. graduatorie a esaurimento (GAE) per essere reimmessi nella seconda fascia delle graduatorie di istituto (graduatoria utile SOLO per le supplenze brevi), e di non vedersi più assegnare le supplenze, e tantomeno l’inserimento in ruolo, pur dopo molti anni di insegnamento. Desideriamo sottolineare i punti principali della profonda ingiustizia generata con detta sentenza, e la quasi completa assenza di corretta informazione rispetto all’opinione pubblica, oltre ai suoi disastrosi effetti sociali. In primis, si rileva che il Consiglio di Stato ha smentito se stesso. Infatti, in precedenza, aveva emesso ben dieci sentenze di accoglimento dei ricorsi dei diplomati che chiedevano l’inserimento in GAE, ed alcuni di essi sono stati in effetti assunti in ruolo. Ora, invece, il diploma ante 2001/02 non è più titolo idoneo per l’inserimento in GAE. Ma se anche è articolata la sentenza di rifiuto di oggi, non si capiscono le dieci articolate sentenze di accoglimento del passato. Ma sono sempre gli stessi giudici? Se le sentenze di coloro che sono stati ammessi in GAE sono passate in giudicato, allora l’adunanza plenaria ha palesemente violato l’art. 3 della Costituzione: Tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge. Nessuna differenza oggettiva, nessuna differenza di titoli, nessuna norma intervenuta a disciplinare in modo diverso fattispecie eguali, eppure: tant’è! Ed a poco vale il principio per cui un giudice è indipendente rispetto agli altri. Qui non parliamo di “pareri”, ma di situazioni identiche trattate in modo diverso.
Nessun telegiornale ha descritto correttamente il problema. Sembra che l’unica questione sia la laurea degli insegnanti (che molti hanno già), e quindi il pubblico si chiede: “Ma cosa vogliono? E’ giusto che siano laureati!”
E così abbiamo anche torto….
Nessuno ha sottolineato che il CDS ha contraddetto sé stesso, che ha violato l’art.3 della Costituzione, che ha generato figli e figliastri, che ha prima illuso e poi distrutto la vita sociale di migliaia di lavoratori che hanno mantenuto la scuola italiana per anni e anni. E ora? Che ne sarà di noi? Abbiamo contribuito al regolare funzionamento della scuola pubblica per molti anni ed ora veniamo messi da parte quasi con fastidio da chi proclama a gran voce che gli insegnanti devono possedere laurea e concorsi. Oltre a ricordare che molti di noi hanno in effetti una laurea, che altri hanno a volte superato concorsi, ma sono stati esclusi dalle GAE solo per cavilli burocratici, altri ancora hanno seguito corsi di aggiornamento e specializzazione, oltre a questo si deve dire che non si può calpestare la dignità e la buona fede di chi ha lavorato con scrupolo per anni, a volte lontano dai propri luoghi di origine, con sacrifici, ma con la fiducia in uno Stato che ora li butta via. Se non avevamo titolo per questo lavoro, lo dovevamo sapere molti anni fa! Peraltro, la pretesa definizione della problematica, che avrebbe meritato ben diversi provvedimenti legislativi già molto tempo fa, giunge appunto solo dalla giustizia amministrativa con ritardo di molti anni, stravolgendo situazioni e fattispecie diverse e consolidate. L’impatto sociale non è trascurabile, e non è meno importante delle conseguenze operative sulla scuola dell’infanzia e primaria.
Signori Dirigenti e Signori Genitori,
Vi preghiamo di portare la questione all’attenzione di tutta l’opinione pubblica, di supportare la nostra protesta, pensando al nostro lavoro ed al nostro impegno, rivolto ai vostri bambini, per la loro crescita ed il loro sviluppo, contro uno Stato burocrate ed insensibile, orientato solo ad interessi politici, a slogan e a “vincoli di bilancio” , più che alla crescita del nostro Paese. Siamo anche noi genitori, oltre che insegnanti, ed abbiamo bisogno di sentire forte il Vostro apprezzamento per il nostro lavoro e la Vostra vicinanza per le nostre famiglie.
Grazie!
Il Coordinamento Diplomati Magistrali Abilitati