Rinnovo contratto scuola, la verità sulle attività funzionali

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In questi giorni molte polemiche riguardano un passaggio del rinnovo del contratto scuola, riguardanti le attività funzionali all’insegnamento. Secondo quanto diffuso in rete, nuovi carichi di lavoro diventano obbligatori e non retribuiti, decisi dal Dirigente Scolastico. Cosa c’è di vero? In un passaggio dell’intervista fatta a Sinopoli (FLC CGIL) dal sito La Tecnica della Scuola, viene trattata questa tematica.

Rinnovo contratto scuola e attività funzionali all’insegnamento

Il sito della FLC CGIL pubblica un’intervista rilasciata a La Tecnica della scuola da Francesco Sinopoli, segretario della FLC, sul rinnovo contratto scuola. Il passaggio che ci interessa è il seguente.

“Domanda: Su questo rinnovo contrattuale è trapelato che le attività funzionali all’insegnamento rischiano di avere altri carichi di lavoro obbligatori e non retribuiti, oltre quelli che già ci sono. In particolare il ruolo del Tutor di Alternanza Scuola-Lavoro e delle ore obbligatorie di formazione introdotte con la Legge n. 107/2015. Come stanno realmente le cose?

Risposta: Nessuno di questi argomenti è stato oggetto di confronto in sede Aran.  Il negoziato vero è partito mercoledì 16 gennaio sul tema delle relazioni sindacali. Fino a quel giorno gli incontri non avevano prodotto sostanzialmente nulla e si era assistito ad una trattativa che andava molto a rilento e poco produttiva. Per quanto ci riguarda non accetteremo nessuna ipotesi di aumento delle ore di attività funzionali, non c’è nessun incarico (neppure di tutor) che possa svolgersi senza retribuzione. Lo stesso principio vale per l’obbligatorietà della formazione. Anzi, tengo a precisare che noi sosteniamo la più ampia autonomia degli organi collegiali scolastici nel definire le attività e gli incarichi (anche l’incarico del tutor deve essere competenza del Collegio docenti), ferma restando la prerogativa della contrattazione di regolare criteri e modalità di conferimento e retribuzione. E sulla formazione si parte dal fatto che è il Collegio dei docenti a stabilire contenuti, durata e qualità dei corsi (anche il MIUR nella stessa prima applicazione della 107/2015 su tale materia ha convenuto con noi). Semmai andrà retribuito ciò che eccede la quantità della programmazione collegiali. Ma ripeto finora questi temi non sono stati dibattuti al tavolo negoziale.  Mi sembrano più che altro tentativi finalizzati a far rendere difficile un negoziato che è già molto complicato per il fatto che c’è un blocco decennale nel suo rinnovo e le legittime aspettative delle lavoratrici e dei lavoratori si sono fatte nel tempo più complesse. E comunque l’aumento dell’orario è stato escluso a chiare lettere anche dallo stesso accordo governo sindacati del 30 novembre 2016. E pertanto confermiamo oggi il rifiuto dell’aumento dell’orario che è già fu fatto a suo tempo.”

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