Scuola, maestra aggredita da genitori di una bimba: 'Ti ammazziamo', intervengono i Carabinieri

Continuano le polemiche per l’aggressione subìta dal professor Pasquale Diana, insegnante della scuola media ‘Murialdo’ di Foggia, dal genitore di un suo alunno: 30 giorni di prognosi per i pugni ricevuti alla testa e all’addome. Secondo la ricostruzione, l’uomo si è scagliato contro il docente, colpendolo, tra l’altro, con un pugno al volto.

Docente aggredito a Foggia: ecco la sua testimonianza

Vicepreside dell’istituto, il professor Diana si è ripresentato a scuola, seppur per breve tempo: ‘Non ho reagito perché avevo gli occhi del figlio di chi mi stava aggredendo e dei miei ragazzi addosso – ha dichiarato il professor Diana all’Ansa. ‘Noi abbiamo fatto tante lezioni sul rispetto delle regole e sul linguaggio non violento, reagendo avrei annullato tutto quello che avevo cercato di insegnare loro e non me lo sarei mai perdonato. Il genitore di quel ragazzo mi ha raggiunto e mi è venuto addosso. Perché invece di tutto questo non mi ha chiesto di parlare? Ad ogni modo tornerei a scuola anche subito, ma sono in convalescenza. Ho però il dovere di spiegare ai ragazzi quello che è successo. È necessario che io mi incontri con loro al più presto. La nostra scuola è in prima linea nelle battaglie contro il bullismo e la violenza’.

Il genitore scrive una lettera di scuse: è indagato con l’accusa di lesioni aggravate da aggressione a pubblico ufficiale

Intanto, il genitore è attualmente indagato con l’accusa di lesioni aggravate da aggressione a pubblico ufficiale. L’avvocato dell’uomo, Antonietta De Carlo, ha spiegato all’Ansa che il suo assistito ‘prendendo atto che il proprio figlio è stato oggetto di un presunto abuso di mezzi di correzione, ha voluto incautamente colloquiare con la persona presuntivamente responsabile di tale fatto.’
Per tale ragione ha “cercato di colloquiare con il vice preside sull’accaduto, reagendo in maniera tale da non pensare alle conseguenze del proprio gesto, accecato dal pensiero di proteggere il proprio figlio dalle presunte aggressioni ingiustificate che aveva ricevuto’.
L’uomo ha scritto una lettera di scuse per il gesto che ha compiuto: “Porgo scusa al vice preside, agli alunni ed a tutta la comunità scolastica per l’increscioso accaduto causato da un gesto impulso”. Nella lettera l’uomo scrive di ‘avere appreso dal figlio in lacrime che era stato violentemente allontanato dalla fila con uno strattone e scaraventato contro il muro durante l’uscita dalla scuola, percuotendo vistosamente il capo verso il muro, di comprendere il motivo di tanta ed ingiustificata violenza afflitta’.

Nella lettera, l’uomo sottolinea inoltre come la scuola sia “un luogo dove vengono affidati i nostri figli perché crescano culturalmente, nel rispetto dei principi di legalità, assistiti da insegnati che ogni giorni si sacrificano per raggiungere gli obbiettivi prefissati. Dietro tutta questa storia, purtroppo, non si pensa a volte che ci sono minorenni, che devono essere comunque oggetto di tutela incondizionata, da parte di tutte le organizzazioni sociali, e con maggior attenzione da parte del mondo scolastico’.