Azione Scuola non lascerà soli i diplomati magistrali e i laureati in SFP

Azione Scuola è una delle Associazioni più giovani nel panorama della tutela dei docenti precari. Essere giovani in questo caso vuol dire essere pronti e preparati alla battaglia quanto e più degli altri. Sin dai suoi esordi si è mostrata inflessibile sulla tutela dei diritti dei docenti garantita anche dalla carta costituzionale. Sconcertata per l’incredibile pronuncia in Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato circo il diritto alla permanenza in Gae dei Diplomati Magistrale, Azione Scuola non arresterà il suo lavoro a difesa dei colleghi e non lascerà soli i diplomati magistrali e i laureati in Scienze delle Formazione Primaria.

Comunicato Stampa

Nessuno nuova, buona nuova. Ma è davvero così? Si fanno sempre più insistenti le voci secondo cui le forze politiche abbiano preso in carico le istanze dei Diplomati Magistrali ma che da nessuna parte ci sia vero interesse a riaprire le GaE a cui tutti gli abilitati aspirano. I bene informati credono che sia già pronto nei cassetti di alcuni partiti uno studio particolareggiato, un “piano B” da calare dall’alto sui docenti che ora si mobilitano chiedendo ancora una volta giustizia.

La riapertura delle GaE a nostro parere è una scelta doverosa e una azione di equità nei confronti di situazioni tutte degne della medesima soluzione, situazioni che politica e giurisprudenza hanno frammentato in maniera sconclusionata ed arbitraria creando una assurda guerra tra poveri che disunisce la categoria e dà gioco facile ai fini elettorali a facinorosi e poteri nascosti.

Ritenendo fondate le voci, Azione Scuola è giunta alla conclusione che sia necessario approcciarsi all’argomento in maniera oggettiva ma anche concreta e, fermo restando il fatto che la nostra richiesta agli uomini della politica è – e resterà – “GaE per tutti gli abilitati”, abbiamo deciso di studiare le leggi ora in vigore per capire quali siano le proposte alternative alle GaE che possano essere avanzate, ed essere quindi preparati nel dare eventuali risposte. Riforme imposte e mal fatte fanno il male della scuola e dei docenti, e solo i docenti che vivono sulla loro pelle luci e storture della Scuola possono essere in grado di lavorare per il vero benessere della categoria.

La nostra associazione sta studiando, ma le norme e il quadro politico di riferimento rendono la situazione alquanto desolante. Il bando di reclutamento della Secondaria appare inequivocabilmente come un tentativo mal riuscito di dare risposte avendo idee poco chiare e molto confuse: non replica in maniera positiva alle necessità della scuola, declassa i percorsi formativi già sostenuti dai docenti e persevera nella frammentazione delle qualifiche. Nell’occuparsi dei docenti di un solo livello di scuola, dimostra come la politica perdura nel non voler considerare i propri errori e gli abusi di potere dei suoi organi burocratici, lasciando quasi ad intendere che aver licenziato questo sistema di reclutamento potesse rappresentare il segreto convincimento che sarebbe stata la Plenaria a risolvere il problema dei Diplomati Magistrale e del reclutamento per il settore Infanzia e Primaria. Questo FIT non garantisce obiettività nella selezione, non garantisce la qualità dei docenti e non si presta come strumento di selezione a lungo termine, nemmeno nell’ottica di un cambiamento radicale del reclutamento nella scuola pubblica. Men che meno, si presta a poter essere esteso ai docenti dei primi e fondamentali gradi di scuola. Parliamo di oltre 40.000 maestri interessati, delle loro famiglie e delle centinaia di migliaia di famiglie che affidano ogni giorno i loro figli all’Istituzione Scuola al fine di formare e acculturare le nuove generazioni. La situazione per i maestri e le maestre appare oggi nebulosa e incerta: si lavorerà il prossimo anno? Non si tratta di mettere uno contro l’altro i DM, i laureati o i selezionati da concorso, qui si tratta di lavorare subito ad una conclusione puntuale, definitiva e molto molto concreta della situazione. Noi riteniamo che sia necessario un totale ripensamento su ciò che è stato fatto fino ad oggi, e che la politica si sia disinteressata in maniera vergognosa della questione, adesso peggiorata a causa del poco tempo rimasto a disposizione, visti i “numeri” del problema, per pianificare le assunzioni per il prossimo anno scolastico. Azione Scuola non intende tirarsi indietro, la legge parla chiaro e le sentenze politicizzate non ci spaventano.

I docenti hanno bisogno di soluzioni e non di chiacchiere e, come abbiamo fatto in questi mesi, intendiamo continuare a studiare e a curare i contatti con gli esponenti politici che riteniamo di maggior interesse per la tutela dei nostri ricorrenti e per il bene della Scuola Statale. Come ci hanno detto in audizione: i docenti subiscono soprusi da decenni, come possiamo pensare che ci possa essere la volontà politica di risolvere i problemi nel 2018? Dobbiamo essere noi docenti a scendere in pista e pretendere la tutela dei nostri interessi, con competenza legale oltre che didattica e formativa.

Ce lo chiedono i nostri alunni, ce lo chiede la nostra coscienza di lavoratori.

Azione Scuola, c’è.