Insegnare fino a 70 anni? Si può: a dirlo è la Corte d'Appello di Venezia

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Vicenda lunga e intricata quella che ha coinvolto un’insegnante precaria di Treviso. Il ricorso da lei avviato contro il Miur si è però concluso a suo favore. La donna potrà continuare a insegnare fino a 70 anni. Così è quanto ha stabilito la Corte d’Appello di Venezia.

Prima il depennamento, poi il reinserimento in graduatoria

Maria Teresa Perugini, 67 anni e di Treviso, è la protagonista della vicenda. La donna è un’insegnante precaria di Inglese della scuola secondaria di I grado, che si è vista depennare dalle graduatorie provinciali ad esaurimento perché considerata evidentemente troppo “vecchia” per poter insegnare. La docente, non avendo ancora raggiunto 20 anni contributivi, ha così rischiato di non percepire la pensione minima. Non perdendosi d’animo, la stessa si è fatta assistere dal sindacato Gilda Insegnanti e ha avviato un ricorso contro il Miur, lamentando la violazione della clausola 4 dell’Accordo Quadro Europeo sul lavoro a tempo determinato, che tutela il diritto dei precari a non essere discriminati.
In prima istanza il ricorso era stato respinto dal Tribunale del Lavoro. La Corte d’Appello di Venezia ha invece ribaltato la sentenza di primo grado, stabilendo il reinserimento dell’insegnante nelle graduatorie provinciali. “Anche un lavoratore con contratto a tempo determinato ha diritto a lavorare oltre i 67 anni di età e fino ai 70 anni se ciò è necessario per raggiungere il requisito minimo di 20 anni di contributi previdenziali, in analogia a quanto già la legge riconosce ai lavoratori a tempo indeterminato.” Questo è quanto si legge nella sentenza di accoglimento.

Sentenza storica e importante ‘precedente’ per il futuro

Grazie a questa sentenza, la docente potrà svolgere supplenze per i rimanenti mesi del corrente anno scolastico, e potrà anche firmare un contratto annuale il prossimo anno, per completare il periodo mancante per poter ricevere la pensione minima. Quindi, fino a 70 anni, la Sig.ra Perugini avrà il diritto di poter continuare ad insegnare, sebbene precaria.
Si tratta di una decisione che andrà a costituire un importante precedente per qualunque lavoratore (anche precario) che si dovesse trovare in un’analoga situazione discriminatoria.

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