In questo articolo vi parleremo di una problematica riguardante più della scuola italiana in questo periodo. Per comprendere bene la situazione, bisogna partire da un recente articolo apparso sul Messaggero, stilato da Camilla Mozzetti e Lorena Loiacono. L’argomento ha riguardato il numero eccessivo di interruzioni che si sono avute durante l’anno scolastico 2017/2018. C’è dunque il rischio di ricorsi e la discesa al di sotto dei 200 giorni di lezione previsti dalla legge?
Scuola: cosa succederebbe se si scendesse a -200 giorni?
E’ molto improbabile che un anno scolastico non raggiunga i 200 giorni di lezione previsti dalla legge. Non a caso, molti istituti pongono come paletto un numero di giorni superiore. Questo, in quanto si tiene conto di possibili imprevisti come maltempo od altre cause (come le recenti elezioni). In ogni caso, come ricorda Orizzonte Scuola, il rischio ricorsi è già stato ammortizzato, al suo tempo, dalla nota Miur protocollo numero 1000 del 22/02/2012.
La nota dice ad un certo punto: ‘è fatta comunque salva la validità dell’anno scolastico, anche se le cause di forza maggiore, consistenti in eventi non prevedibili e non programmabili, abbiano comportato, in concreto, la discesa dei giorni di lezione al di sotto del limite dei 200, per effetto delle ordinanze sindacali di chiusura delle scuole’.
L’autonomia delle scuole e l’importanza del programma
E’ bene ricordare come, secondo la nostra normativa, sia prevista in Italia l’autonomia gestionale dei singoli istituti scolastici. Essi potranno dunque stilare un calendario per un eventuale recupero dei giorni perduti, in caso di necessità. Tuttavia, è davvero obbligatorio terminare il programma scolastico ogni anno? Una domanda interessante, che meriterebbe un’adeguata risposta.
Sicuramente, una particolare premura la si ha nel caso degli studenti che affrontano l’ultimo anno delle scuole superiori ed il conseguente esame di maturità. Le ultime prove si sono concentrate particolarmente sul Novecento. Un secolo fin troppo recente, per cui gli insegnanti faticano ancora a preparare in maniera adeguata i loro allievi, indipendentemente dai giorni di chiusura (previsti o meno) durante l’anno scolastico.
Fonte:
Orizzonte Scuola