Scuola, telecamere in classe: perché no?

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A seguito dei continui maltrattamenti verificatisi negli ultimi tempi, ad opera di alcuni insegnanti, nelle scuole, e soprattutto negli asili nidi e nelle scuole d’infanzia, si è da tempo avanzata l’idea dell’apposizione di telecamere , a scopo preventivo, in classe. Tanto che era stato anche presentato in Parlamento un disegno di legge. Ora invece tutto tace. Perché?

Il disegno di legge

Il tema delle telecamere in classe è dibatttuto da tempo. E si è anche arrivati a un passo dall’avere una legge ad hoc . Stiamo parlando del Disegno di Legge n. 2574, approvato dalla Camera il 19 ottobre 2016. La palla è passata al Senato ma senza concludersi positivamente come auspicato. La VII Commissione del Senato alcuni mesi dopo l’ha bocciato esprimendo parere negativo: sebbene il provvedimento sia nato dalla necessità di dare immediate risposte agli episodi di violenza che con troppa frequenza si verificano nelle scuole, secondo la Commissione la legge avrebbe dovuto riflettere bene sui fatti, per evitare “il rischio di una legge disorganica, che rechi visioni distorte dei reali problemi in quanto ispirate all’emozione e all’emergenza momentanea”. È stato anche sottolineato come “la videosorveglianza, qualora sia necessaria, possa essere disposta per iniziativa della magistratura, senza appositi provvedimenti legislativi che sarebbero inopportuni in quanto testimonierebbero il fallimento della scuola che non sarebbe in grado di prevenire e controllare comportamenti inadeguati”.
Motivazioni, se vogliamo, alquanto discutibili.

Tra le ragioni del SÍ e del NO le violenze continuano

Ad oggi ci troviamo quindi in una situazione in cui i maltrattamenti fisici e psichici, gli abusi e le aggressività sui bambini da parte di alcuni (non tutti ovviamente!) insegnanti, continuano, ma manca una legge di tutela. Per molti la bocciatura del predetto disegno è stata giusta, in quanto sarebbe stato lesivo della privacy, e avrebbe rappresentato un controllo troppo serrato sull’operato degli insegnanti, e in maniera “indiretta” , anche della loro preparazione. Secondo altri invece, e soprattutto secondo molti genitori, quella legge andava approvata, non solo per prevenire atteggiamenti aggressivi degli insegnanti, ma anche atti di bullismo.
E nel frattempo proliferano ancora casi di umiliazioni e vessazioni verso i bambini: di pochi giorni fa sono stati gli arresti domiciliari per tre maestre di una scuola dell’infanzia comunale di Pomezia, accusate di aver sottoposto alcuni bambini, di età compresa tra i 3 ed i 5 anni, a reiterati atti di violenza . Questo tra gli ultimi casi di una lunga serie.

Un gruppo per sensibilizzare

Intanto su Facebook è stato creato da tempo un gruppo denominato “Sí alle telecamere nelle scuole” . Il gruppo, come si legge, nasce dall’indignazione per gli episodi di violenza che quotidianamente si verificano in molte scuole e asili. Per dire NO ai maltrattamenti, Sì alle telecamere come forma di prevenzione. Al gruppo hanno aderito non solo genitori ma anche insegnanti .
E ciò che ora ci chiediamo è se il nuovo Governo che guiderà il nostro Paese troverà una soluzione legislativa a una situazione diventata ormai insostenibile. Perché quella dell’insegnante è una missione, e chi ne sporca il valore non è degno di essere considerato tale.

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