“Il Coordinamento Nazionale Vincitori Concorso Scuola 2016, semplicemente noto come CoNaVinCoS, si è riunito per decidere in merito alle azioni da intraprendere per affrontare e risolvere l’instabilità emersa dal piano assunzionale del concorso 2016, previsto dai decreti concorsuali DD.DD.GG. n. 105, 106 e 107 del 23 febbraio 2016. Le condizioni di noi vincitori, apparentemente poco interessanti per la stampa, i media e gli stessi partiti politici, sono divenute esasperanti nel Sud Italia, in modo specifico per le classi di concorso di primaria ed infanzia, le cui graduatorie, pur con un numero di candidati inferiori ai posti messi a bando, risultano ancora bloccate.”
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Dati CoNaVinCoS
“I seguenti dati mostrano alcuni esempi della grave situazione attuale, soprattutto in merito alle percentuali d’assunzione che si rilevano nel primo anno di vigenza di tali graduatorie (2017):
Allo stato attuale, sconfortati da previsioni poco rassicuranti e impediti anche di svolgere la nostra professione con semplici supplenze (a causa di una mancata priorità, diversamente come invece avviene per i militanti nelle Graduatorie ad Esaurimento – GaE), assistiamo inermi alle varie vicissitudini giudiziarie che minano il nostro diritto all’assunzione ed allo stesso lavoro. Gli unici argomenti presi d’assalto da politica e stampa, difatti, riguardano:
• gli assunti in ruolo con la 107 del 2015, trasferiti al Nord e che ricorrono per ritornare al Sud, andando ad occupare i nostri posti messi a bando;
• i diplomati magistrali che denunciano un fittizio licenziamento, informazione distorta che non chiarisce la realtà, poiché riguarda docenti, senza alcun concorso vinto (e molti dei quali senza l’abilitazione della laurea in Scienze della Formazione Primaria e altri ancora con un diploma “sfoderato dal cassetto”, senza essere mai entrati nella scuola), hanno invaso le GaE a pieno titolo, superando anche gli stessi vincitori e andando ad occupare incarichi annuali. Alcuni, con riserva, hanno ricevuto persino il ruolo, senza chiarire alla stampa che il ruolo è stato firmato con clausola rescissoria, dipendente dal giudizio dell’Adunanza Plenaria, Organo Supremo della Magistratura, la quale ha espresso parere negativo, imponendo a tutti la revoca dei contratti. Questo vuol dire che questi docenti non saranno licenziati né resteranno senza lavoro, poiché ritorneranno a svolgere le supplenze dalla seconda fascia di istituto, un loro diritto acquisito, soprattutto, nel rispetto dei punteggi acquisiti con l’esperienza.
L’Art.97 della Costituzione Italiana, si badi bene, la nostra COSTITUZIONE, recita: “Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge”. La l.107/2015 della Buona scuola (pur non da tutti condivisa) individua il numero preciso dei posti messi a bando, con una maggiorazione del 10%, e con il comma 19, recita espressamente: “Conseguono la nomina i candidati (dichiarati vincitori) che si collocano in una posizione utile in relazione al numero delle cattedre o posti (messi a concorso)”, rispetto al passato in cui i posti erano definiti semplicemente “disponibili”.
Che strano, siamo nel pieno diritto soggettivo, abbiamo conquistato il diritto al ruolo, eppure siamo ancora disoccupati (molti di noi sono a casa, non hanno nemmeno supplenze) e l’Italia, la stessa Repubblica fondata sul lavoro, intende, come urgenza di intervento, piegarsi al volere di chi vanta da solo diritti non riconosciuti, anzi negati dalla stessa Adunanza Plenaria. La nostra amata Italia continua a danneggiarci dovendo riparare ai suoi stessi errori, in questo caso un “algoritmo”, che ha costretto molte colleghe-madri a trasferirsi lontano dai loro affetti ma allo stesso tempo ne risentiamo poiché cediamo a loro i nostri posti. I sindacati in tutto questo? Sono solo concentrati attorno alle speculazioni. Da pochi giorni sono state anche pubblicate le prime bozze delle Indicazioni Nazionali, documento indispensabile che governa la scuola a livello nazionale, e stranamente stiamo notando un maggiore accento per le competenze sociali e civiche, con l’espressa richiesta di potenziare l’educazione civica a scuola. Ci chiediamo dunque come potrebbe un insegnante educare al rispetto della legge e della civiltà se per primo tenta di evaderla con ricorsi e sanatorie e cosa ancora più assurda, lo stesso documento è stato stilato proprio da chi, per primo, non garantisce l’applicazione della legge. È palese la volontà e la consapevolezza del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca e della classe politica di non ottemperare all’assegnazione in ruolo dei vincitori di concorso entro i tre anni.”
Un diritto leso
“Ci chiediamo a questo punto se dobbiamo iniziare a ricorrere anche noi, se dobbiamo diffidare, urlare in piazza o chiedere ad una Littizzetto di turno di sprecare due parole. Ebbene si, siamo stanchi di aggiornarci su false notizie, di carpire dai social gli attentati mediatici dei dm, di essere ignorati dalle varie espressioni politiche, di perdere i nostri posti per ricorsi contro un passato Governo. Ricordiamo che noi, allo stato attuale, insieme ai colleghi inseriti nelle GaE a pieno titolo, siamo gli unici aventi diritto, in uno Stato sorretto da “Pulcinella” con i suoi seguaci. Inizieremo a denunciare e manifestare contro tutti gli inserimenti che andranno a collocarsi sui nostri posti, partiremo da quanto condiviso nella prima manifestazione tenutasi a Roma in data 24 febbraio del corrente anno, bloccheremo ogni azione politica interessata a danneggiare i nostri diritti, senza tralasciare azioni anche giudiziarie che si rendessero necessarie. Non siamo noi a creare la guerra tra poveri, siamo noi stessi i poveri, coloro che continuano a subìre in silenzio ma che, certi di un proprio diritto, non perderanno occasione per denunciare un grave sopruso.”