Le aggressioni ai docenti sono in costante aumento. La comunità scolastica assiste impotente al proliferare di episodi di violenza nei confronti di insegnanti e dirigenti scolastici. Ieri c’è stato un altro caso all’istituto Russel-Moro di Torino, dove un professore è stato aggredito a pugni e calci sulla scalinata della scuola. Tutto trae origine da rimprovero rivolto ad un ragazzo arrivato in ritardo per l’ennesima volta. Qui i particolari della notizia battuta da Il Secolo XIX.
Il caso di Palermo
Poche ore prima c’era stato l’altro brutto episodio di cronaca avvenuto all’istituto comprensivo «Abba-Alighieri» di Palermo. Un professore cinquantenne, ipovedente, è stato pestato dal genitore 39enne dell’alunna rimproverata. Poco importa che la ragazza avesse mentito al padre dicendogli di essere stata picchiata dall’insegnante. L’episodio è accaduto all’interno delle mura scolastiche e, in questi casi, si profila il reato di aggressione a pubblico ufficiale. Indaga la polizia, scrive sempre Il Secolo XIX che riporta i dettagli del fatto.
Il caso di Treviso
Nella cittadina veneta si è verificato un fatto analogo che ha i contorni della beffa. Un professore di matematica della scuola media Casteller di Paese in provincia di Treviso, vedendo che uno studente si rifiutava di uscire dall’aula durante l’ora di ricreazione, tentava di dissuaderlo spingendolo fuori dalla stessa. In realtà aveva soltanto poggiato una mano sulla spalla per convincerlo ma il ragazzo ha raccontato l’episodio diversamente ai suoi genitori i quali, inviperiti, si sono recati a scuola e hanno inferto due sonori ceffoni al malcapitato docente. E’ sempre Il Secolo XIX a descrivere la notizia, che ha il sapore della beffa, in cui si spiega come fosse stato aperto un procedimento disciplinare contro il professore . Questi, indignato, ha preso carta e penna e ha scritto una lettera al ministro Valeria Fedeli.
Aggressioni e atti vandalici
I docenti non avevano ancora fatto in tempo a digerire la notizia di quella docente di Alessandria legata con lo scotch e presa a calci, con un video postato in rete dagli stessi studenti, che a Lanciano si è verificato un altro caso di intolleranza all’autorità degli insegnanti. Quest’altro increscioso fatto di cronaca si è verificato a Lanciano. I particolari della notizia che riferiscono di un’auto di un insegnante distrutta, con pneumatici tagliati, parabrezza e specchietti spaccati con un mattone, sono descritti in un articolo pubblicato da Il Centro.
Le reazioni degli insegnanti
Il dilagare di fenomeni di episodi di violenza è figlio della campagna di dequalificazione dei docenti, visti come una categoria di privilegiati che fa 3 mesi di ferie all’anno e non tutti capaci di tenere una classe. Questa stessa responsabilità ricade anche su tutti coloro che non sporgono denuncia in casi del genere. Questo è il convincimento unanime di tutti gli insegnanti di ogni ordine e grado. Tocca alla politica intervenire applicando le leggi vigenti, o modificandole se del caso, cominciando a pensare a provvedimenti dell’autorità giudiziaria improntati all’applicazione delle pene severe previste dal Codice Penale. Si potrebbe pensare anche alla temporanea revoca della patria potestà e all’espulsione immediata degli studenti dalle scuole in casi del genere.