Sembra ormai senza freni la violenza che imperversa nelle scuole del nostro Paese. Violenza esercitata da parte di insegnanti verso i propri alunni (soprattutto nelle scuole d’infanzia) ma anche, in senso opposto, violenza sferrata da molti studenti nei confronti dei propri insegnanti. E quello che fa specie, oltre ovviamente al gesto aberrante in sé, sono le motivazioni sottese a questi atti. Basta infatti un voto basso, una nota o una sgridata per scatenare il gesto inconsulto. E ciò condito anche dall’ appoggio di alcuni genitori.
Una petizione a tutela degli insegnanti
Ben 24 sono già stati i casi di aggressioni a insegnanti e professori verificatisi solo in questa prima parte del 2018. Un dato preoccupante se pensiamo che l’anno scolastico non è ancora finito. E il timore è dettato anche dalla mancanza di un riferimento legislativo a cui aggrapparsi per tutelare gli insegnanti stessi dal verificarsi di futuri episodi di violenza. Di qui l’esigenza di una petizione, la cui iniziativa è partita dal portale “Professione Insegnante”. La petizione è rivolta al Presidente della Repubblica ed ha ad oggetto la richiesta di una legge contro le aggressioni a scuola.
Dove firmare
Per chi fosse interessato a firmare, la petizione è online sulla piattaforma Change.org. Ecco ciò che recita: “serve una norma che istituisca e soprattutto rafforzi la figura dell’insegnante quale pubblico ufficiale, che inasprisca le pene laddove ci sono episodi di violenza conclamati, che tuteli la libertà di insegnamento e restituisca agli insegnanti un ruolo di primo piano”. E aggiunge: “Occorre una legge che comporti sanzioni che siano da esempio educativo per le generazioni future, serve una norma che tuteli il libero esercizio dell’insegnamento quale base per la crescita delle generazioni che verranno. Serve una legge atta a prevenire episodi del genere che si aggiungono alla non facile situazione del comparto scuola, maltrattato sul piano economico, giuridico e sociale”.
Le firme raggiunte e il sostegno della Flc Cgil
Si tratta di una petizione che potremmo inquadrare in una via di mezzo tra precettistica (volendo indurre il legislatore a intervenire in una tematica non normata) e di sensibilizzazione (volendo porre l’attenzione su un tema “scottante” e serio). Ricordiamo inoltre che per la petizione non è previsto un limite minimo di firme da dover raggiungere e non è richiesta la firma autentica. Fa fede anche la firma digitale. Ad oggi sono già state raggiunte ben più di 53000 firme per la petizione menzionata e l’obiettivo e raggiungerne 75000. In merito è intervenuto il sindacato Cgil, dichiarando di costituirsi parte civile in tutti gli episodi di violenza che abbiano avuto come vittime gli insegnanti. “Una volta, ma evidentemente non più oggi, le famiglie consegnavano alle scuole bambini e adolescenti abituati al “no” e al rispetto delle regole”. Questo è quanto è stato dichiarato dal segretario Francesco Sinopoli, a voler sottolineare come spesso la responsabilità dei comportamenti violenti di alcuni ragazzini sia da imputare alla ormai quasi assente autorevolezza e severità di certi genitori troppo accondiscendenti verso i figli. Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda, dal canto suo afferma inoltre: “Le leggi già ci sono, il responsabile legale della sicurezza dei docenti, in quanto lavoratori, è il dirigente scolastico”. Il riferimento è quello a dirigenti non propensi a sferrare le giuste pene. Di sicuro quindi una legge ad hoc non guasterebbe.