Le critiche sulle prove INVALSI giungono anche sulla Community on line degli Animatori digitali
Una collega, a tal proposito, sulla piattaforma del PNSD scrive testualmente: “Nella mia scuola (secondaria primo grado) la scorsa settimana abbiamo terminato le prove INVALSI di lingua inglese e desidero esprimere le seguenti criticità: READING: alcuni studenti avevano 30 domande, altri 20, altri ancora 38; LISTENING: a tutti sono mancati i 20″ che erano presenti nelle simulazioni CBT per ricontrollare le risposte (alcuni ne avevano circa 10, altri zero); ad alcuni l’audio si è interrotto a metà o risultava incomprensibile in una parte; un ragazzo addirittura sentiva due audio sovrapposti e un altro aveva un solo listening per esercizio (di conseguenza si è ritrovato ben 8 listening, ciascun ascoltabile per una sola volta!!!); anche nel listening dunque alcuni ragazzi hanno avuto più brani di altri (chi 6, chi 7, chi 8) e poi i tempi della prova totale avrebbero dovuto essere 40′ reading + 10′ intervallo + 40′ lisenng, invece il listening è durato 30′. Sarebbe opportuno che nel calcolo dei livelli di competenza si tenesse conto di questo tipo di disservizi e, soprattutto, che le criticità servissero per migliorare le prove del prossimo anno. Chiedo alla community di evidenziare criticità simili o diverse. Grazie“.
Ovviamente, i commenti di risposta dei colleghi a queste affermazioni sono tutti concordi con le criticità enunciate dall’insegnante. Insomma, le prove INVALSI CBT non hanno affatto funzionato.
Quello che possiamo dire, dopo aver testato di persona questi tipi di problemi, è che tale tipologia di prove hanno spesso creato solo confusione e problematicità operative oltre che tecniche in molte Istituzioni Scolastiche. Queste ultime si sono dimostrate assolutamente impreparate (ancora) per un normale svolgimento delle suddette prove computer based, in quanto le infrastrutture tecnologiche per questa tipologia di verifica fa acqua da tutte le parti.
Considerazioni finali sui quesiti INVALSI: molte le domande ‘trabocchetto’ che non aiutano i ragazzi, anzi…
Sulla complessità o meno dei quesiti all’interno delle prove non entriamo nel merito, ma possiamo dire con certezza che bisognerebbe rivedere (nella sua interezza) tutti i programmi ministeriali oggetto delle rispettive programmazioni disciplinari. Questi, purtroppo, sono divenuti oramai troppo nozionistici e poco rispondenti alla praticità della vita quotidiana anche per un ragazzo di 10-13 anni. Risulta spesso troppo aleatorio studiare solo sui libri di testo, lasciando pochissimo spazio invece alle didattica laboratoriale e alle esperienze didattiche sul ‘campo’.