Le classi pollaio e la scomparsa del bambino e del ragazzo

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Le classi pollaio, è una soluzione organizzativa aberrante, lontana dai principi costituzionali. Chi sperimenta questa “genialata” ha la sensazione di “non curare il bambino  e il ragazzo”. Quindi di perderlo. Arriva una buona notizia, ma occorre fare presto.

La cura, un testo illuminante

“Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie,
Dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo,
Dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai
Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d’umore,
Dalle ossessioni delle tue manie…
Perché sei un essere speciale,
Ed io, avrò cura di te…
Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza
Percorreremo assieme le vie che portano all’essenza ( “La cura” F. Battiato)

La cura pre-condizione per una formazione di qualità

Ho ripreso il testo di F. Battiato che in assoluto rappresenta un’istantanea sulla cura. A mio parere, ogni progetto di riforma dovrebbe partire dall’aula, ponendo un’attenzione ai particolari. Mi riferisco allo stato dei banchi  e del loro rapporto in altezza con le sedie. Alla tinteggiatura delle pareti e alla predisposizione di altri arredi, dove il bambino e il ragazzo possano sperimentare il ben-essere. Il completamento di questo stato passa per l’attenzione al numero di alunni per classe. Ben-essere che necessita di una “cura”  verso l’alunno e lo studente,  caratterizzata dalla percezione dei numerosi meta-messaggi  veicolati dagli occhi, dalla  voce  postura del corpo e dai silenzi.  In una bellissima aria, R. Cocciante ha evidenziato l’importanza del guardarsi “occhi negli occhi” Tutto questo “fiume di umanità”,  se valorizzato, costituisce il feeling tra il docente  il bambino e il ragazzo. Questa è una delle condizioni che può favorire apprendimenti significativi e molto altro.

Le classi pollaio compromettono la “cura”

Tutto questo è vanificato in una classe pollaio. L’aula è un ambiente dove regna il disagio esistenziale, il mal-essere. Domina il rumore assordante! Le emozioni, i sentimenti  non riescono a conquistare il palcoscenico, perché schiacciati dal monocorde rumore;  gli occhi non riescono ad incontrarsi profondamente; ogni progetto di inclusione è gravemente compromesso.
Cosa resta dopo questo tsunami che annienta la persona? Un surrogato somigliante più a un oggetto, una cosa. Non a caso, fuori dai tanti convegni e corsi di aggiornamento, la didattica profonda, quella che riguarda la persona, fatica ad affermarsi. Al suo posto avanza un approccio nozionistico, dove appunto il bambino e il ragazzo sono percepiti come “vasi da riempire”, piuttosto che “teste  da formare” ( E. Morin)

Classi pollaio, una buona notizia

Scrive B. Ventura : “La fondazione Agnelli ha effettuato uno studio in base al quale nei prossimi 10 anni potrebbero esserci 55000 cattedre in meno. Meno studenti e dunque – a norme vigenti – meno classi  e meno insegnanti, in tutta Italia.”
Quindi si stanno creando le condizioni per l’abolizione delle classi pollaio. Attendere però il verificarsi di questa condizione, significa  confermare il primato dell’economia rispetto alla pedagogia.
Occorre fare presto “senza se e senza ma”. Per i nostri ragazzi! Quelli che abbiamo incontrato ieri, oggi e che incontreremo anche il prossimo anno! Non per quelli che frequenteranno la scuola fra dieci anni. Scriveva D. Milani “La scuola ha un problema solo. I ragazzi che perde”. Aggiungo, oggi!

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