Il Coordinamento Diplomati Magistrali darà il via allo sciopero della fame il 28 aprile

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I diplomati magistrali esigono un provvedimento d’urgenza che salvi le loro posizioni e assicuri di tornare in cattedra per settembre. Per dare maggior forza ed evidenza a livello nazionale alla grave situazione di emergenza venutasi a creare in seguito a quanto decretato dalla Plenaria prima e dal parere dell’avvocatura di Stato poi, dal 28 aprile i diplomati magistrali saranno in presidio permanente davanti al MIUR in sciopero della fame.

Inaccettabili diktat

È nota a tutti la situazione in cui sono venuti a trovarsi le maestre, dopo che gli uffici scolastici hanno prospettato loro il depennamento dalle Gae se non avessero accettato i ruoli con riserva. E adesso, con un colpo di spugna da parte del Tar, lì si vorrebbe licenziare prima che prenda avvio il nuovo anno scolastico. Se da un lato, i 2000 colleghi che hanno usufruito di sentenze passate in giudicato non corrono nessun rischio, dall’altro lato ci sono 6669 diplomati che a settembre rischiano di non essere richiamati dalle scuole. Si tratta di uno scenario talmente inaccettabile che allo sciopero si uniranno anche altre categorie come gli abilitati della secondaria e il comitato dei genitori.

Emergenza cattedre

La condotta omertosa del Miur che all’epoca dell’emanazione del decreto Berlinguer del 1997 provocò il mancato inserimento nelle Ex Graduatorie Permanenti (oggi Gae), li ha costretti a ricorrere alla giustizia amministrativa per vedersi riconoscere il sacrosanto diritto costituito dal valore abilitante in seno al diploma magistrale ante 2001/2002. Il differente cammino dei ricorsi al tribunale amministrativo ha prodotto una incredibile situazione di disparità di posizioni all’interno della categoria. Degli originari 43534 ricorrenti, 2000 si sono visti concludere con successo il contenzioso. Per altri 6669 pende la spada di Damocle dell’esercizio della clausola rescissoria del contratto. I 31379 residui rimangono ancora tra coloro che sono sospesi in attesa delle sentenze di merito.

Riprendere in mano il proprio destino

Le organizzazioni sindacali non hanno mai adeguatamente rappresentato gli interessi della categoria dei docenti della scuola d’infanzia e primaria. Alcune cronache riportano la notizia della contestazione rivolta a Susanna Camusso la quale, sollecitata a rispondere sulla sorte dei 60.000 maestri e maestre, avrebbe ripetuto il solito trito e ritrito refrain che le sentenze vanno rispettate. Non resta dunque che prendere atto che la rappresentanza è in mano agli stessi protagonisti. Per questo motivo viene raccomandata la massima partecipazione allo sciopero della fame del 28 maggio.

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