Alternanza scuola-lavoro, un'opportunità gestita male?

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Fa riflettere la lettera sull’alternanza scuola-lavoro inviata recentemente da Mario Bocola a Orizzontescuola.it. Secondo Bocola, tale alternanza dovrebbe essere considerato un punto di incontro tra la realtà scuola e il mondo professionale. Il problema di tale opportunità (forse un po’ troppo mal gestita e mal compresa) è che essa viene concepita come uno mero ‘sfruttamento legalizzato degli studenti’. Secondo il punto di vista di Bocola, l’alternanza scuola-lavoro, se proposta in maniera seria, può essere utile per i ragazzi. Purtroppo, i giovanissimi la vedono spesso come un passatempo e per cui, tale opportunità in potenza utile e formativa, viene presa da loro sottovalutata.

Alternanza scuola-lavoro: un uso distorto?

Secondo Mario Bocola, l’alternanza scuola-lavoro è vista ed usata in maniera distorta e del tutto snaturata rispetto a ciò che dovrebbe realmente rappresentare. I ragazzi, nelle ore in cui dovrebbero essere educati a questa esperienza, sono soliti perdere tempo bivaccando. Eppure, afferma Bocola, se organizzata in maniera decente, essa potrebbe essere per i ragazzi il primo impatto diretto col mondo del lavoro, comprendendone le dinamiche.

Meno superficialità e più serietà

Affinché l’alternanza scuola-lavoro sia un progetto dal risultato vincente, bisogna lavorare seriamente. Sarebbe saggio far capire agli studenti che tale programma non è un momento proficuo del percorso scolastico. L’alternanza, ora come ora, potrebbe essere una realtà deleteria, in quanto sottrae, fa notare Bocola, tempo prezioso all’orario scolastico. Il progetto dovrebbe essere qualcosa di più simile ad uno stage invece: comprendere gli ‘ingranaggi del mondo del lavoro’, entrando in contatto con le realtà professionali del territorio.

Esami di maturità, quanto conta l’alternanza scuola-lavoro?

In verità, per l’ammissione agli esami di maturità, gli studenti non hanno l’obbligo di svolgere un numero minimo di ore riservato all’alternanza scuola-lavoro, questo almeno nell’ultimo triennio del percorso di studi. Verranno dunque ammessi all’esame di stato, anche gli studenti e le studentesse che non hanno completato il numero minimo equivalente a 400/200 ore nel secondo biennio e nell’ultimo anno.
Fonte:
Orizzontescuola.it
 

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